Ancora molto alta la precarietà tra i prof delle superiori

Sono diminuiti di oltre 5mila unità i professori con contratto a tempo determinato che nel 2000-01 avevano toccato quota 52.267. Scendendo a 47.054 unità nel 2009-10, i docenti precari degli istituti superiori hanno contribuito a far scendere la percentuale di precarietà in questo settore  dal 19,2% al 17,8%. Sono state le Isole, in particolare la Sardegna, a contribuire maggiormente a questo decremento della precarietà che, è bene dirlo, resta comunque alta. Nell’isola sarda la flessione del numero di professori precari in servizio negli istituti di istruzione secondaria superiore, dal 2000-01 al 2009-10, è stata superiore al 10%, attestandosi ora al 14,9% che resta, comunque, ad un livello complessivo abbastanza critico.

Sensibili decrementi si sono avuti anche in Basilicata, in Sicilia e in Piemonte, mentre in alcune regioni, soprattutto del centro-nord, il tasso di precarietà si è comunque innalzato, contribuendo a determinare, anche per gli istituti superiori, una situazione fortemente sperequata tra i territori in ordine alla percentuale di professori precari.

In Toscana vi è stato un innalzamento del 5,7% della percentuale di precari (arrivata l’anno scorso al 22,5%); in Emilia Romagna l’innalzamento in dieci anni è stato del 5,2% raggiungendo l’anno scorso quota 24% che costituisce in assoluto il livello di precarietà più alto tra tutte le regioni per quanto riguarda i professori degli istituti statali di istruzione secondaria superiore. 

L’Emilia Romagna con questi dati sui professori precari della secondaria superiore (24%) e con quelli dei professori di scuola media (26%) ha raggiunto nel 2009-10 il non invidiabile primato della più alta precarietà nell’istruzione secondaria del nostro Paese: un professore precario ogni quattro.