Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Analisi logica e matematica bestie nere degli studenti

Un anno non è bastato a invertire la rotta: gli studenti italiani continuano a non brillare in matematica. A fare i conti se la cavano un po’ meglio che in geometria, ma il rendimento complessivo è’ ancora basso. Ne’ vanno meglio nello studio delle scienze: su uomo e ambiente, con buona pace dei Verdi, almeno fino alla prima superiore arrancano.

A fotografare il livello di apprendimento degli scolari del Belpaese è il secondo progetto-pilota per la valutazione dell’istruzione, relativo all’anno scolastico 2002-2003, presentato a viale Trastevere dal ministro Moratti. Un rapporto che segnala pure grandi problemi con la grammatica e con l’analisi logica. Insomma, non va bene la matematica, ma pure l’italiano lascia un po’ a desiderare.

Gia’ l’anno scorso, dal precedente rapporto, si era capito che i livelli complessivi di apprendimento di queste due materie devono essere sicuramente migliorati. E aiuteranno a farlo – ha garantito il ministro Moratti – proprio i risultati di queste sperimentazioni: soltanto focalizzando le criticità – ha spiegato – si possono mettere a punto gli strumenti per superarle.

Intanto, puo’ consolare il fatto che gli studenti italiani

sono in buona compagnia: una debolezza nelle materie scientifiche – ha osservato ancora il ministro – si scontra in tutta Europa. Ma come mai? Il pedagogista Benedetto Vertecchi, per niente stupito dai risultati del progetto-pilota, qualche spunto di riflessione lo offre individuando ragioni varie e complesse. “Intanto – spiega – non dimentichiamo il carattere recente del nostro sviluppo scolastico. L’Italia è arrivata alla scuola secondaria con decenni di ritardo rispetto ad altri Paesi: il grande sviluppo scolastico italiano è cominciato negli anni ’60. Va poi considerato che le carenze emerse sono comuni ai Paesi industrializzati dove si registra una caduta di attenzione nei confronti delle materie formali come la matematica e le scienze. Non e’ un caso – osserva il professore – che in alcuni Paesi si ricorra quasi sistematicamente all’importazione di insegnanti dai Paesi in via di sviluppo: India e Pakistan sono grandi fornitori, ad esempio, di insegnanti di matematica per le nazioni anglofone”.

All’origine del non facile approccio con la matematica da parte delle nuove generazioni, secondo Vertecchi, c’è anche l’eccessiva enfasi posta negli anni più recenti sulla tecnologia a scapito della ricerca, che ha indubbiamente una resa meno immediata in termini di risultati e obiettivi.

Sorpreso dei risultati dell’indagine ministeriale è invece il presidente dell’associazione genitori cattolici (Agesc), Enzo Meloni, secondo il quale nelle scuole cattoliche le magagne sulle quali ha acceso i riflettori il ministero non sono così evidenti. “In questi istituti c’è sempre molta attenzione nei confronti di materie come l’italiano e la matematica e come famiglie spingiamo sempre perche’ ci sia una formazione globale del ragazzo”, garantisce. Molto comunque, a suo parere, dipende dalla professionalità dei docenti. “Sta a loro attirare l’attenzione dei ragazzi e appassionarli ad argomenti apparentemente ostici”. Quanto alla scarsa “presa” della geometria tra gli studenti, Meloni propone una sua teoria che potrebbe avere un qualche fondamento: “E’ tenuta in scarsa considerazione – sostiene – perche’ non ha immediati effetti pratici, soprattutto rispetto agli sbocchi professionali”. In definitiva, il teorema di Pitagora paga meno di una buona conoscenza del programma Excel.

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