Allarme della Uil-scuola: precari senza futuro

Le esigue immissioni in ruolo da una parte e la riduzione dei posti dall’altra stanno provocando effetti pesantemente negativi sull’occupazione dei precari della scuola.

Il personale che viene nominato annualmente su posti vacanti, da alcuni anni si riduce di numero. A lanciare l’allarme e a chiedere soluzioni per garantire l’occupazione è la Uil-scuola che in sua ricerca ha calcolato che vi sono stati ventimila docenti in meno negli ultimi due anni, e altri 28 mila sono previsti entro dicembre.

Mettendo insieme gli effetti dei decreti e i pensionamenti, quest’anno gli insegnanti precari che non saranno confermati nella nomina potrebbero essere infatti oltre ventimila; e a questi si dovranno aggiungere altri 8 mila dipendenti Ata, impiegati amministrativi e tecnici della scuola.

Il numero di insegnanti non confermati sale di anno in anno: nel 2007 erano circa 8.600; l’anno successivo 11.628. Per il prossimo anno scolastico la riduzione di organico è moltiplicata per 4. In base alle proiezioni dello studio della Uil-scuola, nel 2009 gli insegnanti che rimarranno a casa saranno oltre 43.000, 23.000 pensionamenti, oltre 20.000 non confermati.

“La percentuale di precari che rischia di perdere il posto di lavoro – denuncia la Uil – è pari al 15% del totale”.

“Si tratta di persone che insegnano da anni – spiega Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola – che hanno esperienza e spesso hanno un’età avanzata. Vanno individuate rapidamente – rilancia il segretario della Uil Scuola – misure a tutela del lavoro e del reddito”.

Rimedi? La Uil ne ha individuate alcuni: immissioni in ruolo e contratti pluriennali; utilizzo del personale che rischia di non venire confermato in tutte le attività in ambito provinciale e nei progetti regionali; favorire il turn over attraverso meccanismi che incentivano i pensionamenti.