Albi regionali. La contrarietà dei sindacati

Dopo le dichiarazioni del ministro Gelmini per un nuovo progetto di reclutamento dei docenti su base regionale, i sindacati degli insegnanti esprimono una sostanziale posizione contraria, difendendo, come era prevedibile, lo strumento delle graduatorie attualmente in vigore.

La Cisl-scuola, per voce del segretario Scrima, afferma che la continuità didattica (uno degli obiettivi della proposta del ministro) si garantisce soprattutto con la stabilizzazione degli insegnanti. Senza questa garanzia “non serve a nulla rincorrere assurde e antistoriche vicinanze tra luogo di residenza e di lavoro“.

Per parte sua il riconfermato segretario generale della Cgil-scuola, Pantaleo, dichiara che “se l’intento è quello di dare stabilità agli organici, obiettivo più che legittimo, gli strumenti per farlo possono essere altri, primo fra tutti quello di procedere al reclutamento pluriennale degli insegnanti“.

Di Menna della Uil-scuola sottolinea l’importanza di garantire continuità per studenti e docenti, prevedendo, per esempio, la permanenza pluriennale di docenti nella stessa scuola, ma “bandendo subito i concorsi e varando icnarichi pluriennali“.

Il coordinatore nazionale della Gilda, Di Meglio, con un minimo distinguo, dichiara che non conta il livello di organizzazione del reclutamento, perché è “importante che sia pubblico e che vi possano accedere tutti i cittadini in possesso dei requisti previsti dal bando“.