Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

AIMC: innovazioni e coinvolgimento dei docenti

Cosa significa vivere la scuola oggi come luogo in cui agire da professionisti e formarsi a essere professionisti? Quali le condizioni di esercizio necessarie? Queste le questioni discusse nel Seminario nazionale “A scuola da professionisti”, tenutosi nei giorni scorsi a Roma presso la sede nazionale dell’Aimc, che ha radunato docenti da tutta Italia impegnati in un processo di riforma che stenta a consolidarsi.

Ne hanno parlato Giuseppe Desideri, (Presidente Nazionale Aimc), Giancarlo Cappello (Direttore Ufficio Studi Cisl Scuola), Giorgio Israel (Università degli Studi La Sapienza Roma e Coordinatore della Commissione Miur sulla formazione iniziale dei docenti) e Bruno Losito (Università degli Studi Roma Tre).

Giuseppe Desideri ha posto l’accento sulla significatività, per la comunità scolastica e per la realtà pubblica, del ruolo culturale, sociale e laicale del professionista di scuola. Ciò necessita d’individuare modalità e strumenti di valutazione del sistema scolastico, di provvedere al riconoscimento dello sviluppo professionale e del valore della formazione in servizio, di rendere operative forme di collaborazione tra scuola e università nell’ambito della formazione iniziale.

Giancarlo Cappello si è soffermato sulla necessità di recuperare l’orgoglio di esercitare una rilevante funzione pubblica nel “prendersi cura” dei giovani e sul ruolo determinante delle associazioni professionali nella definizione di politiche formative capaci  di restituire autorevolezza agli insegnanti e di acquisire la loro  disponibilità a farsi valutare nell’ambito di un sistema di proposte in ordine sia agli incentivi economici che alla progressione di carriera.

Bruno Losito ha sottolineato, tra l’altro, che l’università, da sola, non è in grado di fornire adeguati percorsi di formazione iniziale e in servizio.

Giorgio Israel, dopo aver esordito con l’affermazione “nella scuola occorrono fatti e non bisticci e dicotomie di parole“, si è espresso con determinazione sulla necessità di avere docenti colti, in grado così di operare consapevolmente e autonomamente, e Indicazioni programmatiche in cui siano presenti contenuti prescrittivi, mentre le scelte metodologiche vanno lasciate all’autonomia dei docenti e delle istituzioni scolastiche.

Le “provocazioni” dei relatori hanno veicolato un vivace ed articolato dibattito che ha confermato la disponibilità dell’associazione professionale Aimc a portare nella maniera più organica possibile  il proprio contributo in contesti di ascolto e confronto per una reale ricerca di ciò che può essere il meglio per le attese e le esigenze professionali del personale dirigente e docente della scuola di oggi e di domani.

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