
Solidarietà alla preside del Virgilio: più “comunità” per una scuola autorevole
Dal mondo sindacale è giunta una chiara presa di posizione sull’accaduto e su quanto sta tuttora avvenendo al Virgilio. Marilena Gissi, segretaria generale della Cisl-scuola ha dichiarato: “Giusto esprimere solidarietà alla preside del liceo Virgilio di Roma, ed è particolarmente significativo che l’abbiano fatto i docenti della sua scuola, mentre è preoccupante, oltre che sbagliata, la contestazione subita dalla dirigente da parte di chi dovrebbe essere il principale “alleato” della scuola nella sua difficile missione educativa: le famiglie. Per fortuna esistono anche altre e diverse prese di posizione, ma l’episodio è la spia di un problema che si trascina da tempo, quello di una caduta del rispetto dovuto alla scuola come istituzione e alle persone che ci lavorano.
Persone sulle quali si scaricano molto spesso pesi difficili da sostenere, a causa del degenerato rapporto fra scuola e società che trova ogni giorno i nostri insegnanti esposti in prima linea a fenomeni di arroganza, mancanza di rispetto, talvolta di autentica violenza.
È alla scuola nel suo insieme che la società deve farsi carico di restituire autorevolezza e prestigio: un’esigenza che da tempo la Cisl Scuola sta segnalando, ma rispetto alla quale abbondano, insieme alle mancate risposte, le risposte sbagliate.
Spiace – continua la Gissi – che ci sia chi utilizza strumentalmente episodi come quello del Virgilio per fare un po’ di polemica a buon mercato, denunciando un’ostilità sindacale verso i dirigenti che per quanto ci riguarda è del tutto inesistente: polemiche astiose e superficiali, come lo è far credere che la soluzione di ogni problema possa ridursi nel praticare qualche “iniezione” di vero o presunto potere ai capi d’istituto. Anche casi come questo lo dimostrano: la capacità della scuola di reagire nel suo insieme è la risposta più efficace che si può dare a comportamenti e giudizi scriteriati”.
Va rilanciato, secondo il segretario della Cisl-scuola, il patto educativo tra società, famiglia e scuola, perché è del tutto arbitrario trasformare un nobile principio, quello della scuola come “comunità educativa”, in un sinonimo di lassismo e assenza di responsabilità.
Afferma la Gissi: “L’idea di comunità implica e presuppone l’esatto contrario: partecipazione, condivisione, cooperazione, corresponsabilità. Fattori che non indeboliscono, ma rafforzano sia l’efficacia dell’azione che la scuola è chiamata a compiere, sia lo stesso esercizio dell’autorità al suo interno e verso l’esterno”.
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