
Parlando a Mogliano, un centro non lontano da Verona, dove era in corso il quarto convegno della Chiesa italiana, il ministro Fioroni ha indirettamente risposto alla sollecitazione del Papa in favore della scuola cattolica: “il sostegno alla scuola paritaria cattolica di questo Paese lo stiamo già facendo“, ha detto, “ripristinando le risorse dopo i tagli enormi, di oltre un terzo, che Berlusconi aveva fatto togliendo loro 167 milioni di euro“.
Meno, probabilmente, di quello che Benedetto XVI e la scuola cattolica desidererebbero, ma molto, anzi troppo per una parte della coalizione che pure sostiene il Governo. Dopo gli altolà del superlaico Boselli (Rosa nel pugno), di vari movimenti e della FLC-Cgil, è ora la volta di Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione Comunista in Commissione Cultura alla Camera, che a dispetto della linea di prudenza e di responsabilità istituzionale suggerita dall’ex segretario del partito Bertinotti non esita a rivolgersi direttamente al ministro Fioroni: “mi auguro che prima di decidere di destinare fondi alla scuola paritaria cattolica, si ricordi della condizione disastrosa in cui versa la scuola pubblica e, soprattutto, del dettato costituzionale che impone che le scuole private siano senza oneri per lo Stato“.
Insomma, c’è una parte dell’Unione che sembra proprio non aver ancora digerito la legge n. 62/2000 sulla parità, fortemente voluta dall’allora ministro Berlinguer. D’altra parte va detto che Rifondazione comunista votò contro. Ma allora non faceva parte del Governo, né lo sosteneva…
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