Tuttoscuola: Non solo statale

Scuola cattolica/1. L’appello di Benedetto XVI

La scuola cattolica, che pure svolge un importante ruolo nella educazione e formazione, è vittima in Italia di antichi pregiudizi, che generano ritardi dannosi e ormai non più giustificabili nel riconoscerne la funzione e nel permetterne in concreto l’attività“. Così si è espresso Benedetto XVI nel testo preparato per il quarto convegno della Chiesa italiana, svoltosi la scorsa settimana a Verona.
Non è la prima volta che l’attuale Papa accenna all’argomento, sul quale era intervenuto con forza, e ripetutamente, anche il suo predecessore Giovanni Paolo II, durante il cui pontificato è stata approvata la legge sulla parità scolastica (n. 62 del 2000).
Il mondo della scuola cattolica è in fermento da tempo, e mira ormai al consolidamento, sostenuto da adeguati finanziamenti, della legge sulla parità e delle leggi regionali sul diritto allo studio, puntando alla sostanziale riduzione del divario dei costi tra allievi della scuola statale e allievi di quella paritaria, non solo a livello della scuola dell’infanzia.
In questa direzione si muove anche l’AGESC (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) il cui Consiglio nazionale, riunitosi la scorsa settimana ad Oropa, ha approvato un documento con il quale chiede a Governo e Parlamento, tra l’altro, di “dare completa attuazione alla legge 62/2000“, di “salvaguardare la riforma scolastica che ha valorizzato la presenza dei genitori nel percorso educativo scolastico“, di dare “certezza ai ragazzi ed alle famiglie di poter espletare il percorso educativo-formativo, con pari dignità, anche nei centri di formazione professionale“.

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