L’urgenza del DigComp 3.0: non si può più attendere

La pubblicazione della quinta edizione del framework, DigComp 3.0 (2025), per mano del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, costituisce un punto di svolta che rende insostenibili la resistenza e l’approccio non sistematico.

Il nuovo framework risponde direttamente alle sfide emerse dal 2022 — dalla diffusione della disinformazione agli impatti ambientali — e si allinea esplicitamente con la legislazione e i principi europei, come l’AI Act (2024) e la Dichiarazione Europea sui Diritti e i Principi Digitali.

Vediamone alcuni punti salienti.

1. L’Integrazione sistematica della competenza in materia di IA

L’aspetto più dirompente del DigComp 3.0 è l’integrazione sistematica e trasversale della Competenza in materia di Intelligenza Artificiale (AI) in tutte le 21 competenze.

  • AI pervasiva: l’IA non è più un argomento a sé stante, ma un elemento intrinseco delle tecnologie digitali (come i motori di ricerca, i chatbot e gli strumenti di creazione di contenuti). Ignorarla a scuola significa ignorare l’ambiente in cui gli studenti vivono e lavoreranno.
  • Etica, trasparenza e bias: il framework non si limita all’uso degli strumenti AI, ma pone l’accento sulla comprensione critica, etica e responsabile dell’AI. L’integrazione chiede che gli studenti sappiano riconoscere i bias nei sistemi di IA (Competenza 1.2) , etichettare i contenuti generati dall’AI (Competenza 3.3) e comprendere l’importanza della supervisione umana e degli approcci human-centric nello sviluppo di sistemi AI (Competenza 3.4).

2. Dalla genericità alla chiarezza operativa: i Learning Outcomes

Per la prima volta, il DigComp 3.0 introduce 523 Risultati di Apprendimento (Learning Outcomes) dettagliati.

  • Un modello concreto per il Curricolo: questi risultati eliminano la scusa della “genericità” che ha frenato l’implementazione del framework in passato. Essi sono dichiarazioni precise (suddivise per KSA) di ciò che l’individuo dovrebbe conoscere, comprendere o saper fare al termine di un percorso di apprendimento.
  • Pianificazione e valutazione coerenti: i Learning Outcomes permettono ai docenti e agli stakeholder di sviluppare, aggiornare o valutare i corsi di formazione e i curricoli in modo coerente e sistematico, fungendo da riferimento per la validazione e il riconoscimento dell’apprendimento.

3. Risposta olistica alle sfide sociali del decennio digitale

Il DigComp 3.0 rafforza le aree critiche che richiedono un’azione immediata da parte della scuola:

  • Benessere e digital stress (Competenza 4.3): l’attenzione al benessere fisico, mentale e sociale nell’uso delle tecnologie digitali e al bilanciamento tra attività online e offline è fondamentale per la salute delle persone.
  • Lotta alla disinformazione (Competenza 1.2): si enfatizza la necessità di sviluppare capacità di debunking e pre-bunking per resistere alla misinformazione e alla disinformazione, riconoscendo l’influenza di meccanismi come i filter bubbles.
  • Sostenibilità (Competenza 4.4): si integra la consapevolezza dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali, richiedendo azioni per ridurre il consumo di energia e dati (Competenza 4.4).

Il DigComp 3.0 non è un semplice upgrade; è una struttura operativa e dettagliata che impone un passaggio non più negoziabile da un approccio occasionale a un modello di integrazione curricolare trasversale.

L’introduzione dell’AI e i dettagliati Learning Outcomes forniscono la giustificazione, il linguaggio e la mappa per integrare la vera competenza digitale in ogni disciplina. 

La scuola non può più permettersi una resistenza silenziosa: dovrebbe interrogarsi sulla necessità e sull’urgenza di agire, perseguendo una concreta integrazione dei curricoli, in modo trasversale e coerente.

Formazione, accompagnamento, condivisione e diffusione di buone pratiche dovrebbero essere le parole chiave per questa nuova sfida.

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