Competenze digitali e scuola: il DigComp 3.0 rende improrogabile la revisione curricolare
L’introduzione delle competenze digitali (per brevità, CD) nei curricoli scolastici delle scuole italiane è da sempre un’impresa non sistematicamente compiuta. Nonostante il riconoscimento della CD come una delle otto competenze chiave per l’apprendimento permanente e la miriade di iniziative nazionali, la sua integrazione nelle pratiche didattiche è rimasta spesso limitata ad attività estemporanee o all’alfabetizzazione strumentale, mancando della profondità trasversale che il quadro europeo richiede.
Dopo anni di tentativi di mediazione e formazione per inserire il framework DigComp nei curricoli, è ancora diffusa una resistenza di fondo che impedisce una revisione profonda e organica, così come accade, purtroppo, con tutte le soft skills, considerate spesso inutili accessori anziché indispensabili competenze per la vita e per il lavoro nel XXI secolo.
Le radici della resistenza scolastica
La principale inerzia deriva da una percezione errata e riduttiva della competenza digitale:
- Riduzione a tecnicismo: le CD sono spesso equiparate a mere abilità tecniche (come usare un software o un dispositivo), distogliendo l’attenzione dal loro complesso insieme di conoscenze, abilità e attitudini. Di conseguenza, la CD viene relegata a corsi frammentari (su una metodologia, su una o più app…) invece di diventare un filtro critico in ogni disciplina.
- Assenza di modelli operativi dettagliati: fino a questa nuova versione DigComp 3.0, l’assenza di un set di risultati di apprendimento (Learning Outcomes) dettagliati in grado di tradurre i descrittori del framework in obiettivi didattici concreti ha lasciato i docenti privi di strumenti per una programmazione curricolare coerente.
- Rigidità curricolare: l’integrazione di competenze trasversali, come il pensiero computazionale o la valutazione critica delle fonti online, richiede una complessa e faticosa riprogettazione interdisciplinare, che però può essere facilitata da un piano di collaborazione all’interno dell’Istituto e da scelte che “economizzino” tempo ed energie. Lo dimostra, ad esempio, il modello dell’IPRASE di Trento (https://curriculum-digitale.iprase.tn.it/)
L’urgenza del DigComp 3.0: non si può più attendere
La pubblicazione della quinta edizione del framework, DigComp 3.0 (2025), per mano del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, costituisce un punto di svolta che rende insostenibili la resistenza e l’approccio non sistematico.
Il nuovo framework risponde direttamente alle sfide emerse dal 2022 — dalla diffusione della disinformazione agli impatti ambientali — e si allinea esplicitamente con la legislazione e i principi europei, come l’AI Act (2024) e la Dichiarazione Europea sui Diritti e i Principi Digitali.
La prossima settimana pubblicheremo la seconda parte dell’articolo in cui ne vedremo i punti salienti.
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