Educazione sessuale a scuola, Valditara rilancia: ‘Si farà, ma con nuovi limiti e più coinvolgimento delle famiglie’
Il dibattito sull’educazione sessuale e affettiva torna al centro dell’agenda politica. Intervistato da ScuolaZoo, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ribadito la posizione del Governo dopo giorni di polemiche, confermando la presenza di percorsi dedicati nei curricoli scolastici ma precisando alcuni cambiamenti introdotti dal nuovo impianto normativo.
“Educazione sessuale nelle scuole? Si è sempre fatta e si continuerà a farla”
Valditara ha voluto sgombrare il campo dai dubbi: “Nelle scuole italiane si è sempre fatta e si continuerà a fare educazione sessuale”, ha affermato, richiamando le dichiarazioni già rilasciate alla stampa e in Parlamento.
Secondo il ministro, la revisione delle Indicazioni punta a rendere più esplicito l’obiettivo di educare al rispetto reciproco e all’empatia affettiva: aiutare gli studenti a riconoscere dinamiche di possesso, a dire “no”, a costruire relazioni positive. Una cornice valoriale che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe diventare parte integrante dei percorsi formativi.
Identità e fluidità di genere: cosa cambia davvero
Il nodo più discusso riguarda l’introduzione di limiti ai temi trattabili nei diversi ordini di scuola. Valditara ha chiarito che “le teorie sull’identità e sulla fluidità di genere non potranno essere affrontate nella scuola dell’infanzia e nella primaria”.
Nelle secondarie, invece, tali contenuti potranno essere inclusi, ma con due condizioni: informazione preventiva alle famiglie e possibilità per i genitori di chiedere un’attività alternativa per i figli minorenni. Una forma di opt-out che, secondo il ministro, avrebbe l’obiettivo di “rafforzare la trasparenza” e il ruolo educativo dei genitori.
Il passo indietro sull’intervento degli esterni
La discussione politica si è accesa ulteriormente l’11 novembre, quando la Lega ha depositato un emendamento correttivo sul tema. La proposta rimuove il divieto – contenuto nella versione precedente del testo – di svolgere attività di educazione sessuale con esperti esterni nelle scuole medie.
In questo modo, gli istituti di primo grado vengono equiparati alle superiori: per entrambe le fasce d’età la partecipazione di specialisti sarà possibile, purché vi sia il consenso informato dei genitori e la conoscenza dei materiali utilizzati.
La bagarre alla Camera
In Aula il confronto si è fatto teso. Valditara ha accusato una parte dell’opposizione di aver diffuso “affermazioni false”, sostenendo che la legge impedirebbe attività di educazione sessuale e azioni di prevenzione rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili o alla violenza di genere.
“È stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi”, ha dichiarato il ministro, parlando di affermazioni “vergognose”. Le sue parole hanno acceso la protesta dei parlamentari, costringendo la presidente di turno Anna Ascani a richiamare più volte l’Aula al silenzio.
Valditara ha poi rivendicato l’impegno del Governo su “educazione alle relazioni, rispetto ed empatia”, ribadendo che la scuola italiana continuerà a promuovere forme di educazione affettiva e alla parità.
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