Contratto scuola, verso la firma: aumenti in arrivo e nuova formazione incentivata per gli insegnanti
Potrebbe essere la volta buona per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del comparto Istruzione e Ricerca 2022/24, che interessa circa 1,2 milioni di lavoratori, di cui 850 mila docenti. All’Aran si è aperto oggi un nuovo tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali che, secondo fonti ministeriali, potrebbe portare alla firma dell’intesa nelle prossime settimane.
Aumenti medi da 150 euro per i docenti
La cifra che gli insegnanti attendono con maggiore attenzione è quella dell’aumento medio in busta paga: 149,88 euro mensili, pari a un incremento di circa sei punti percentuali.
Per il personale Ata, l’incremento medio si attesta invece sui 110 euro (109,78).
Nel complesso, le risorse disponibili ammontano a circa 3 miliardi di euro, provenienti dalle precedenti leggi di bilancio, a cui si aggiungono i 240 milioni introdotti dal decreto Maturità, convertito in legge la scorsa settimana.
L’accordo prevede inoltre un’una tantum di 142 euro medi per i docenti e, in caso di firma del contratto entro l’anno, arretrati stimati intorno ai 1.450 euro medi.
“Sono fiducioso che ci siano le condizioni per la firma anche per la scuola”, ha dichiarato ai microfoni di Radio24 il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, sottolineando “l’eccellente lavoro svolto da Aran e dal suo presidente Antonio Naddeo”.
La leva della formazione: dal 2026 il nuovo sistema incentivato
Accanto alla parte economica, il Ccnl introduce una novità di sistema: la formazione incentivata per i docenti.
Dal 2026/27 prenderanno avvio cicli triennali di formazione finalizzati allo sviluppo professionale e alla valorizzazione del merito. I percorsi potranno essere orientati a:
– compiti aggiuntivi, come le funzioni strumentali, il tutoraggio o l’orientamento;
– attività per il rafforzamento dell’offerta formativa e l’innovazione didattica.
Chi concluderà positivamente ciascun triennio riceverà un premio economico una tantum; dopo il terzo ciclo, l’incentivo diventerà strutturale in busta paga.
Le risorse stanziate partiranno da 40 milioni di euro nel 2026 per crescere progressivamente fino a 312 milioni nel 2031, in base al numero di beneficiari e alle valutazioni ottenute.
Un contratto atteso, tra riconoscimento e sfida europea
L’aumento retributivo rappresenta un segnale atteso da anni da una categoria che, come ricordano i più recenti dati Eurydice, continua a collocarsi nelle fasce basse delle retribuzioni pubbliche in Europa.
Ma il vero banco di prova sarà la valorizzazione del lavoro docente: un tema che il contratto tenta di affrontare non solo con gli incrementi economici, ma con un modello di formazione continua e premiante, capace di riconoscere competenze e responsabilità.
La trattativa resta aperta, ma il clima appare più disteso. E, se l’accordo dovesse arrivare davvero entro l’anno, per il mondo della scuola potrebbe aprirsi una stagione nuova — fatta non solo di stipendi più equi, ma anche di riconoscimento professionale e crescita condivisa.
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