Cristina Costarelli: ‘Formazione e IA, la scuola deve essere protagonista del cambiamento’. L’intervista
L’intelligenza artificiale non è più un orizzonte lontano: è già entrata nella quotidianità delle scuole italiane, ponendo nuove sfide professionali e culturali a docenti e dirigenti. Tra le realtà più attive su questo fronte c’è l’Istituto Galilei di Roma, guidato da Cristina Costarelli, che coordina il progetto formativo nazionale “Generazione IA: crescere e apprendere nell’era dell’intelligenza artificiale”, dedicato alla transizione digitale del personale scolastico. L’abbiamo intervistata per comprendere come sta cambiando la formazione nella scuola e quali prospettive si aprono per il futuro.
Preside, partiamo dal progetto “Generazione IA”: come è nata la vostra partecipazione e quale ruolo ha avuto l’istituto nella sua ideazione o sperimentazione?
“Il progetto è nato a seguito dell’avviso pubblicato nell’ottobre scorso, nell’ambito del secondo slot dei poli formativi nazionali. L’Istituto Galilei aveva già coordinato un progetto analogo nel 2022, maturando così un’esperienza significativa in questo ambito. La nostra partecipazione nasce dalla convinzione che la formazione del personale scolastico sia la vera leva strategica dell’innovazione. Il piano in corso è rivolto a docenti, dirigenti e personale educativo, perché crediamo che l’intera comunità scolastica debba essere coinvolta in questo processo di trasformazione.”
I percorsi offerti spaziano dalla robotica all’immersive learning. In che modo questi strumenti stanno arricchendo l’esperienza formativa del personale scolastico?
“La loro importanza deriva dal fatto che parlano il linguaggio della realtà in cui i nostri studenti vivono. È un dovere professionale – ma anche deontologico – che il personale scolastico conosca questi strumenti. Oggi non è più pensabile che un docente resti ai margini dell’innovazione: deve comprenderla e saperla gestire. Per questo la formazione, sia didattica per i docenti sia organizzativa e amministrativa per il personale ATA, non è un’opzione ma una necessità professionale.”
Può condividere un esempio concreto di come un corso o un’attività di “Generazione IA” abbia già avuto un impatto positivo nella didattica o nell’organizzazione scolastica?
“Abbiamo già osservato ricadute significative. Penso, ad esempio, ai corsi di robotica: dietro le competizioni a cui partecipano i nostri studenti c’è il lavoro formativo del personale che li guida. Oppure ai percorsi dedicati all’uso dei visori e alla realtà immersiva, che hanno generato esperienze didattiche nuove e coinvolgenti. Ogni attività formativa produce idee e progetti che si riflettono direttamente nelle classi.”
Che tipo di risposta ha registrato da parte di docenti, personale ATA e dirigenti? C’è interesse, curiosità o resistenza?
“Prevalgono curiosità e interesse. I corsi registrano un’ampia partecipazione, anche se la grande offerta formativa di questo periodo può rendere difficile conciliare tempi e impegni. Esistono ancora alcune aree di resistenza, ma sono marginali. Mi piace sottolineare che molti docenti, anche prossimi alla pensione, si stanno rimettendo in gioco: segno che l’età non è un limite. L’innovazione richiede soprattutto una disposizione mentale aperta. L’obbligo formativo può servire, ma l’atteggiamento davvero innovativo nasce dal desiderio di crescere professionalmente.”
L’intelligenza artificiale è ormai parte del nostro quotidiano. Secondo lei, come deve essere affrontata a scuola: come strumento, come contenuto o entrambi?
“Entrambi. L’intelligenza artificiale è nella nostra vita già da tempo, ma oggi la novità è rappresentata dalla generativa, che impone un salto di consapevolezza. Serve una formazione sull’AI come contenuto, per insegnare agli studenti a conoscerla e a usarla criticamente, ma anche come strumento per l’apprendimento, integrato nella didattica. Bisogna comprenderne le potenzialità, che sono enormi, ma anche i rischi, che non vanno sottovalutati.”
Alcuni docenti guardano all’AI con diffidenza o timore. Come si può accompagnarli verso un uso consapevole e formativo di queste tecnologie?
“La diffidenza nasce spesso dal timore che l’intelligenza artificiale possa sostituire il docente. È un timore comprensibile, ma va elaborato e superato. Serve un confronto aperto, non una costrizione. In realtà, il ruolo dell’insegnante oggi è ancora più importante di prima, perché gli strumenti a disposizione degli studenti sono potenti ma delicati. La guida umana resta insostituibile: è il docente a dare senso, misura e direzione all’uso della tecnologia.”
Guardando al futuro: quale ruolo immagina per l’IA nella scuola dei prossimi anni? E quale dovrebbe essere l’attenzione del decisore politico?
“Il ruolo dell’intelligenza artificiale sarà sempre più centrale e diffuso: si tratta di una frontiera irreversibile. L’obiettivo deve essere conoscerne a fondo le potenzialità e gestirle in modo etico e sostenibile. Dal punto di vista politico, mi auguro che si continui a sostenere l’innovazione con finanziamenti adeguati, sia per le attrezzature sia per la formazione. Solo così la scuola potrà costruire un nuovo habitus professionale e didattico capace di abitare l’era digitale.”
I corsi del Galilei: innovazione, responsabilità e formazione gratuita per tutto il personale scolastico
All’interno del progetto formativo nazionale “Generazione IA: crescere e apprendere nell’era dell’intelligenza artificiale”, l’Istituto Galilei di Roma offre un’ampia gamma di percorsi gratuiti dedicati alla transizione digitale e aperti a tutto il personale scolastico.
I corsi spaziano dall’intelligenza artificiale alla robotica, dal pensiero computazionale alla sicurezza digitale, fino allo immersive learning, alla gestione amministrativa e alle discipline STEAM. Si tratta di un’occasione unica per aggiornarsi, sperimentare e progettare la scuola del futuro.
I percorsi vengono erogati con modalità flessibili e innovative, sia sincrone che asincrone, in presenza, a distanza o in formula mista. Sono inoltre disponibili corsi completamente online secondo la metodologia MOOC (Massive Open Online Course), così come esperienze residenziali e immersive.
Un’iniziativa pensata per costruire una comunità professionale consapevole e capace di affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale con competenza e visione.

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