Scuola e intelligenza artificiale: parte la svolta normativa. Ora l’AI è materia di responsabilità professionale
Da ottobre 2025 la scuola italiana entra ufficialmente nell’era dell’intelligenza artificiale. Non più solo sperimentazione o curiosità: con la pubblicazione delle Linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito (DM n. 166 del 9 agosto 2025) e l’entrata in vigore della legge n. 132/2025, l’uso dell’AI nelle istituzioni scolastiche assume una valenza regolata e, soprattutto, professionale.
Dirigenti e docenti sono chiamati a un nuovo equilibrio tra innovazione e responsabilità: capire come, quando e perché usare l’intelligenza artificiale diventa ora parte integrante della professionalità educativa.
Un quadro normativo che cambia le regole del gioco
Il riferimento principale è l’AI Act europeo, che classifica i sistemi di intelligenza artificiale in base al livello di rischio e assegna specifiche responsabilità a chi li sviluppa o utilizza. Le Linee guida italiane recepiscono questo impianto e riconoscono le scuole come deployer, ossia utilizzatori responsabili dei sistemi AI.
Ciò comporta nuove competenze: conoscere la normativa, distinguere gli ambiti d’uso – didattico, organizzativo, gestionale – e adottare politiche interne coerenti con i principi di trasparenza, sicurezza e tutela dei dati personali.
In altre parole, l’AI non è più un terreno di libera esplorazione, ma un ambito regolato da obblighi precisi, dove ogni istituto è chiamato a una gestione consapevole e documentata.
Dalla didattica alla governance: il doppio volto dell’AI
Le potenzialità dell’intelligenza artificiale in ambito educativo sono note: strumenti di supporto alla personalizzazione dell’apprendimento, tutor virtuali, sistemi di analisi dei dati per migliorare il successo formativo. Ma la sfida vera è culturale, non tecnologica.
Le Linee guida propongono un approccio in “tre tempi” – progettazione, uso e valutazione – accompagnato da un costante monitoraggio umano, secondo il principio del human in/on the loop. È un invito a mantenere il docente al centro del processo educativo, come mediatore consapevole tra tecnologia e apprendimento.
L’intelligenza artificiale, dunque, non sostituisce la professionalità docente, ma la interpella: chiede competenze nuove di lettura critica, selezione e interpretazione.
Etica e policy: la scuola come comunità consapevole
Ogni istituto dovrà dotarsi di una propria policy d’uso dell’intelligenza artificiale, un documento interno che traduca i principi etici in procedure e comportamenti condivisi. Si tratta di un passaggio cruciale: non solo un atto amministrativo, ma la costruzione di una cultura dell’AI come bene comune.
In questa prospettiva, la scuola torna a essere luogo di elaborazione sociale e morale: spazio dove si definiscono modelli di governance etica e sostenibile dell’innovazione, capaci di preservare la dimensione umana dell’educazione.
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