Filippo Caccamo: ‘Sogno una scuola che lasci agli studenti la giusta libertà di sperimentare e di sbagliare’

Di Sara Morandi

Filippo Caccamo, noto attore e comico, debutterà con il suo nuovo spettacolo “Fuori di tela” il 7 novembre 2025 a Montecatini (Pistoia). Questo nuovo progetto, descritto come un mosaico colorato e imprevedibile, rappresenta una svolta rispetto ai suoi lavori precedenti, incentrati principalmente sul mondo scolastico. Inoltre, Caccamo ha condiviso la sua visione di una scuola ideale per i giovani del futuro, immaginando un ambiente educativo che valorizzi la creatività, l’inclusione e l’innovazione, in cui studentesse e studenti possano esplorare liberamente e crescere sotto la guida di insegnanti che giocano un ruolo centrale. Dunque, l’attore invita a riflettere su come l’arte e la comicità possano essere potenti strumenti per promuovere un ambiente scolastico più inclusivo e stimolante.

 “Fuori di tela” è descritto come un mosaico colorato e imprevedibile e debutterai il 7 Novembre A Montecatini (Pistoia). Qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione di questo spettacolo e come si è sviluppata l’idea iniziale? Ti discosterai un po’, dai tuoi simpatici show dedicati alla scuola?

“Sì, mi discosterò un po’ dal mondo scuola. L’idea alla base del nuovo spettacolo Fuori di Tela è il raccontare tutto ciò che esce dagli schemi. Non a caso il titolo è una citazione di Lucio Fontana che col suo taglio ha portato l’arte fuori dalla tela. Lo spunto sarà la storia dell’arte e ripercorrerò i grandi nomi che hanno segnato i punti di svolta della storia dell’arte per collegarli a situazioni quotidiane che viviamo tutti, a cui forse non facciamo neanche caso e che però nascondono un potenziale comico incredibile. Ad esempio, se tutti rimangono ammirati davanti al Giuditta e Oloferne di Caravaggio, i miei occhi ipocondriaci vedono subito la paura del sangue che diventa spunto per narrare l’Odissea tragicomica che ci tocca affrontare quando dobbiamo fare un prelievo ematico, passando dal CUP dell’ospedale, tra chi non sente la chiamata del proprio numero, chi non trova la tessera sanitaria, chi vuole prenotare una “ridondanza”, chi deve ritirare un “reperto” e chi più ne ha ne metta”.

Nel tuo nuovo spettacolo alternerai momenti di comicità pura a squarci più intimi. Come riesci a mantenere questo equilibrio senza perdere la leggerezza e la sincerità che ti contraddistinguono?

“La leggerezza è importantissima nella vita, ma le mie giornate non sono fatte solo di risate e buonumore. Ci sono tante incombenze – lavorative e non – che affronto con la stessa pesantezza di tutti gli altri. Diciamo che questo spettacolo sarà il mio invito personale a lasciarsi andare. A ridere, a riconoscersi, a guardare anche i propri difetti come parte di un’opera unica e irripetibile, fatta di contraddizioni, sorprese e meravigliose assurdità. Una tela, fuori di tela!”.

Il ruolo di un dirigente scolastico nella vita di un artista. Tuo padre è andato in pensione come dirigente scolastico proprio quest’anno. In che modo la sua figura e la sua esperienza nel campo dell’istruzione hanno influenzato la tua carriera artistica e il tuo approccio alla creatività?

“Prendere in giro la scuola per anni, con un papà dirigente scolastico, diciamo che non è stato proprio facile facile. Detto ciò, la figura del Preside Caccamo è stata per me fondamentale, in primis perché mi è stato sempre accanto, dal primo momento in cui gli ho detto ‘papà voglio fare l’attore’ e mi sono messo a girare i video in casa con le magliette in testa (mia sorella per altro è farmacista!). In secondo luogo, è stato ancora più fondamentale perché suo malgrado ha rappresentato una fonte inesauribile di aneddoti sul mondo scuola a cui ho attinto a piene mani per i miei video e i miei spettacoli”.

La tua arte è caratterizzata da un forte senso di leggerezza e riflessione. Come credi che l’arte e la comicità possano essere strumenti efficaci per combattere il bullismo e promuovere un ambiente più inclusivo?

“Tutti devono imparare a prendersi un po’ meno sul serio, anche i bulli! Fermarsi un attimo, mettersi in discussione, comunicare, provare a mettersi nei panni dell’altro fa bene a tutti, a partire anche dalla giovane età. Aiuta a crescere e a essere persone migliori. I miei contenuti sono sempre leggeri e rispettosi di tutti: prendo in giro, col sorriso. Però non sono mancati durante gli anni anche miei interventi più seri davanti a episodi di cronaca gravi che hanno riguardato il mondo della scuola. La speranza è che siano andati a segno in tanti giovani menti e abbiano quanto meno innescato un momento di riflessione”.

Immaginando una scuola ideale, quali elementi e caratteristiche ritieni fondamentali per creare un ambiente educativo che sappia valorizzare la creatività, l’inclusione e l’innovazione nei giovani studenti?

“I giovani sono stupendi, hanno energia, creatività, fame di sapere, curiosità. A mio avviso è corretto lasciar loro la giusta libertà, farli sperimentare e magari farli anche sbagliare senza generare psico-drammi ad esempio davanti a un brutto voto. Il tutto però sempre sotto la guida ferma dell’insegnante che nella scuola deve rivestire un ruolo centrale”.

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