Dal 2026 il 4 ottobre sarà di nuovo festa nazionale

La commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato in via definitiva, in sede deliberante, il provvedimento che ripristina il 4 ottobre come festa nazionale dedicata a San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, già approvato dalla Camera con voto pressoché unanime. La giornata celebrativa, soppressa agli effetti civili nel 1977, quasi cinquant’anni, tornerà così ad essere una festività civile dal 2026, in occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo, avvenuta il 4 ottobre 1226 ad Assisi, ma di fatto avrà effetto solo dal 2027 perché il 26 ottobre 2026 cade di domenica. In questo modo il giorno di San Francesco sarà equiparato alle altre ricorrenze civili e religiose già riconosciute dall’ordinamento giuridico italiano. La misura era stata sollecitata da un appello lanciato un anno fa da Davide Rondoni, poeta e presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario.

Il nuovo giorno festivo si aggiunge ai dodici già previsti nel calendario italiano, cui si sommano le domeniche. L’istituzione della festa avrà conseguenze dirette sul mondo del lavoro, comportando nei casi previsti la maggiorazione dei compensi contrattuali dovuti per prestazioni straordinarie, ma non avrà effetti per gli insegnanti, perché le scuole resteranno chiuse per l’assenza degli studenti.

Il provvedimento, come detto, è stato approvato da una maggioranza trasversale, come raramente capita di vedere in un Parlamento, come quello uscito dalle elezioni del 2022, in cui il consenso politico si è fortemente polarizzato. Forse anche per questo la premier Giorgia Meloni ha espresso particolare soddisfazione interpretando il sostegno bipartisan alla legge come un segnale importante dell’attenzione riservata dall’intera classe politica italiana a una figura rappresentativa dell’identità nazionale. La premier ha infatti definito San Francesco “un Santo amato da tutto il popolo italiano e in cui tutto il popolo italiano si riconosce”, auspicando che la festa nazionale ripristinata da Parlamento con un consenso così ampio costituisca “l’occasione per celebrare un uomo straordinario e ricordaci, ogni anno, chi siamo e cosa ci unisce nel profondo”.

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