
Sciopero generale 23 settembre: mobilitazione nazionale per la Palestina, scuole e trasporti a rischio paralisi

È previsto per oggi, lunedì 23 settembre, uno sciopero generale indetto dai sindacati di base – Unione Sindacale di Base (USB), CUB, ADL e SGB – per esprimere solidarietà alla popolazione palestinese e denunciare quella che viene definita “la complicità internazionale nel genocidio in corso nella Striscia di Gaza”. Lo sciopero, che durerà 24 ore (dalle 00:00 alle 23:00), coinvolge tutti i comparti del lavoro pubblico e privato, con l’unica eccezione del trasporto aereo. Sono previste interruzioni significative nei servizi essenziali, inclusi trasporti, scuola, università, porti e pubblica amministrazione, con fasce di garanzia ridotte al minimo.
Una protesta diffusa e trasversale
Più di 60 le mobilitazioni in programma su tutto il territorio nazionale: da Milano (ore 10, piazzale Cadorna) a Torino (10:30, piazza Carlo Felice), da Genova (alle 8 al varco Albertazzi del porto) a Bologna (10:30, piazza Maggiore), passando per decine di altri centri grandi e piccoli.
Secondo quanto stabilito dalla Commissione di Garanzia, sono state escluse solo alcune categorie specifiche e limitate, in base al principio di rarefazione oggettiva degli scioperi. La mobilitazione, però, mantiene una portata nazionale e trasversale, ed è aperta a tutti i lavoratori, indipendentemente dall’appartenenza sindacale.
Gaza al centro della protesta
A motivare la protesta, dichiarano i promotori, è “l’orrore del genocidio di Gaza” e il sostegno alla missione umanitaria internazionale Global Sumud Flotilla, impegnata a forzare il blocco navale imposto da Israele per portare aiuti alla popolazione civile palestinese.
Le richieste avanzate dai sindacati promotori dello sciopero sono nette: cessate il fuoco immediato, fine dell’occupazione israeliana, accesso libero agli aiuti umanitari, interruzione delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele, oltre all’imposizione di sanzioni internazionali.
L’inedita scelta del lunedì
Un elemento distintivo della mobilitazione odierna è la scelta del lunedì, giorno insolito per uno sciopero generale. Una decisione che punta a massimizzare l’impatto economico e sociale, colpendo l’intero avvio della settimana lavorativa. Una mossa simbolica e strategica che rende la protesta ancora più incisiva.
Quali conseguenze per la scuola?
Con lo sciopero esteso anche al comparto istruzione, le scuole italiane – già alle prese con le complessità dell’avvio d’anno – rischiano oggi disagi significativi. Possibili sospensioni delle lezioni, riduzioni di orario, servizi di sorveglianza ridotti. Resta garantita, come da normativa, la vigilanza minima nelle situazioni previste.
Mentre il mondo guarda con crescente preoccupazione alla situazione in Medio Oriente, il sindacalismo di base italiano sceglie di intervenire con uno degli strumenti più radicali della protesta civile: l’astensione dal lavoro. Una scelta che, al di là delle appartenenze ideologiche, pone domande urgenti anche al mondo della scuola: come si educa alla pace, alla giustizia e alla responsabilità internazionale?
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