Caro-scuola, Ancodis: ‘Riconoscere universalità del diritto allo studio’. Le proposte per venire incontro alle famiglie

Con la riapertura dell’anno scolastico le famiglie sanno bene che dovranno affrontare la gravosa questione delle spese scolastiche: costi per l’iscrizione e la frequenza, per l’acquisto di libri, zaini, astucci e altri materiali, per le attività extradidattiche, per le gite e i viaggi di istruzione. Si tratta dell’annuale “silenziosa” stangata che metterà a dura prova i bilanci familiari specialmente nei nuclei con più figli in età scolastica. Il caro scuola determina una vera “questione sociale” che pone alle forze parlamentari, al governo e alla società civile una domanda: come garantire davvero il pieno diritto allo studio?

Secondo le stime fornite dal Codacons, la spesa per l’anno scolastico 2025/2026 supererà ogni soglia critica, arrivando anche a superare i 700 euro per studente. La spesa per i libri scolastici rappresenta un carico significativo e rilevante per le famiglie italiane che può arrivare ad assorbire circa un terzo della retribuzione di un lavoratore medio. I dati diffusi inducono a prevedere un rialzo complessivo del 2,8%, superiore al tasso di in azione programmata pari all’1,8% valido per i testi della secondaria di primo grado, ma ampiamente superato per le scuole superiori, considerando anche dizionari e libri facoltativi.

L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha elaborato i seguenti dati per:

– i libri scolastici: +2,8% rispetto al 2024. L’incremento sale al +6,7% rispetto al 2023 e all’+11,9% rispetto al 2022, con un ritmo superiore all’inflazione generale;
– i quadernoni e le risme di carta: +1,5% nell’ultimo anno, ma rispetto al 2021 i prezzi segnano un balzo complessivo del +20,3%;
– le penne, le matite, gli evidenziatori: +6,9% sul 2024, +16,6% sul 2022, +24,2% rispetto al 2021.

L’Antitrust da parte sua ha sollevato la questione della forte concentrazione del mercato editoriale: quattro grandi editori controllano l’80% del settore, ostacolando la concorrenza e mantenendo alti i prezzi. A peggiorare le cose, l’adozione di nuove edizioni annuali non necessarie che rende complicato se non impossibile il riutilizzo dei libri usati, aggravando ulteriormente la spesa per le famiglie.

Esistono misure e agevolazioni messe in campo da Stato, Regioni e Comuni per garantire la fruizione dei libri di testo: queste risorse però interessano soltanto una parte delle famiglie con ISEE basso ma, come è noto, registrano gravi ritardi nella loro erogazione ai beneficiari.

Il caro scuola non è solo una questione di portafoglio. Ha effetti profondi sul piano sociale, educativo e culturale. Per tante famiglie, spendere oltre 700 euro per ogni figlio rappresenta uno sforzo insostenibile.

Allora viene da chiedersi se il diritto allo studio sia davvero un principio costituzionalmente garantito a tutti: “Visto il potere di acquisto degli stipendi eroso dall’inflazione – dichiara il Presidente Rosolino Cicero – Ancodis invita il governo, il Ministro e le forze politiche parlamentari nella prossima legge di bilancio a fare ogni scelta utile e necessaria per venire incontro alle famiglie come per esempio prevedere per gli alunni della scuola secondaria di primo grado la gratuità dei libri, incentivare il servizio del comodato d’uso gratuito da parte delle scuole, anche delle versioni digitali, finanziare la riduzione dei costi dei libri del 50% dal secondo figlio in poi nella scuola secondaria di secondo grado.”

Anche le case editrici e le cartolibrerie – continua Cicero – però devono fare la loro parte facendo scelte commerciali che vengano concretamente incontro alle difficoltà economiche delle famiglie. Si riporti al centro del dibattito il vero sostegno alle famiglie con i figli frequentanti la scuola secondaria e si dia piena attuazione dell’articolo 34 della Costituzione Italiana riconoscendo l’universalità del diritto allo studio.”

Sul caro scuola – conclude il Presidente di Ancodis – non possiamo permettere un sistema scolastico sempre più a diverse velocità – con scuole statali con le ben note e strutturali criticità e scuole paritarie sempre più economicamente sostenute – dove gli studenti NON partono dalle stesse condizioni e non godono delle medesime opportunità. È tempo che Parlamento, Governo ed editori si assumano la responsabilità di rendere meno “cara” la scuola italiana ma più accessibile anche dal punto di vista economico.”

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