
Restiamo tutti a bocca aperta

di Ada Maurizio*
In coincidenza con l’inizio del nuovo anno scolastico, Indire ha pubblicato in versione digitale il terzo e ultimo volume del “Viaggio nell’istruzione degli adulti in Italia. Caratteri, risultati e prospettive” a cura di Annamaria Cacchione e con il coordinamento scientifico di Concetta Russo.
Frutto di un lungo e intenso lavoro di ricerca, il terzo ‘viaggio’ è iniziato a fine 2020, in piena pandemia, con la forte motivazione di concentrarsi sulla qualità delle esperienze maturate nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti negli anni precedenti.
Con il terzo volume si conclude quindi un percorso iniziato nel 2018 da Indire specificamente dedicata all’innovazione metodologica e organizzativa nell’istruzione degli adulti e attiva fino al termine del 2023.
L’idea centrale che ha ispirato la ricerca oggetto della pubblicazione è ben chiarita nell’introduzione di Fausto Benedetti, responsabile nell’arco di tempo della ricerca della struttura 9 di Indire: “A distanza di quattro anni, questo nuovo volume presenta i risultati dell’analisi dei cluster principali, condotta attraverso l’analisi dei dieci CPIA che, per ciascun cluster, hanno fatto registrare i valori più alti e che sono stati, per questo, considerati come i “migliori giocatori”, e quindi luoghi di osservazione privilegiati per comprendere le complicate dinamiche organizzative e didattiche di questo segmento di scuola pubblica italiana”.
I temi chiave della ricerca sono stati individuati sulla base dei dati raccolti da Indire e messi in relazione con indicatori statistici nazionali.
Ne sono emerse le aggregazioni (cluster) sulle quali i ricercatori hanno condotto l’indagine conoscitiva: l’ampliamento dell’offerta formativa (capitolo 1), l’alfabetizzazione in italiano come lingua seconda (capitolo 2), la scuola in carcere (capitolo3), le competenze digitali dei docenti (capitolo 4) e il raccordo tra la formazione e il lavoro (capitolo 5).
Il campione della ricerca qualitativa è stato costituito da dieci Cpia per ogni cluster, utilizzando i dati di due monitoraggi nazionali: ex lege 107/2015 (triennio di applicazione della riforma: 2015/16,2016/17 e 2017/2018) e Piano Nazionale di Attività per l’Innovazione dell’Istruzione degli Adulti (PAIDEIA) IV.
Il gruppo dei ricercatori di Indire ha condiviso per ogni cluster un approccio caratterizzato dall’ascolto attivo e dalla flessibilità nella conduzione delle interviste. Si può affermare che in tutte le interviste si è registrato un clima di grande collaborazione.
“Riteniamo dunque che questo atteggiamento di ascolto sia stata particolarmente utile a far emergere le tante luci e le tante ombre che continuano a caratterizzare una scuola non solo ancora giovane, ma anche, purtroppo, trascurata e, in certi casi, addirittura misconosciuta” affermano Anna Maria Carbone e Concetta Russo.
È stato dato anche ampio spazio alla narrazione spontanea delle esperienze, alla voce dei protagonisti.
Come molti di loro hanno dichiarato, l’intervista è stata un’occasione per fermarsi a riflettere, per raccogliere le idee, a volte anche per rendersi conto, con grande sorpresa, ‘restando a bocca aperta’, del grande lavoro svolto nel tempo nonostante le tante questioni aperte sul funzionamento dei Cpia, come ha raccontato la dirigente Michela Braccia del Cpia di Pescara Chieti.
Un dato costante che è emerso dalle interviste è che il lavoro di squadra dei docenti, coordinato dal dirigente preferibilmente stabile nel tempo, garantisce la crescita della scuola. Altrettanto importante si rivela l’ascolto del territorio attraverso un’azione strutturata e costante del Cpia che stipula accordi e convenzioni con i propri stakeholder.
Un altro fattore strategico da curare con grande attenzione per il miglioramento organizzativo e didattico del Cpia è la formazione e il consolidamento delle competenze digitali dei docenti.
Sul fronte dell’apprendimento della lingua italiana, la ricerca ha favorito la presa di coscienza delle difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi didattici. “È essenziale che si lavori per la definizione di un metodo mirato e fondato di alfabetizzazione degli adulti, che tenga conto della diversità di cui sono portatori e dei vincoli concreti che limitano la loro disponibilità a seguire percorsi di tipo formale.
Uno spazio specifico merita il cluster sulla scuola in carcere. La ricerca ha evidenziato “una realtà composita, caratterizzata dalla totale eterogeneità e dalla complessità insita nel contesto carcerario dove il fare scuola assume un valore specifico da indagare e cogliere. Le tante criticità emerse così come le esperienze innovative raccontate dai dirigenti e dai docenti rivelano la necessità di rivolgere uno sguardo attento alla realtà della scuola in carcere e di adottare un approccio plurale al tema.”.
Infine, il rapporto tra formazione e lavoro, visto in funzione della particolare utenza dei Cpia, emerge come un fattore che connota l’istruzione degli adulti ma che stenta a esprimere le sue potenzialità. “Docenti e dirigenti evidenziano il processo di costruzione dell’identità innovativa dell’Istituto come centrale per poter essere “accreditati” nel dialogo con imprese e partner esterni, per poter sviluppare nuove attività e per poter generare un riflesso nel territorio”.
La lettura dei dati della ricerca per ogni cluster considerato fornisce indicazioni preziose per chi ha il compito di monitorare il sistema di istruzione degli adulti al fine di avviare il superamento delle criticità da sempre presenti. Ma i risultati della ricerca costituiscono anche una interessante fonte di riflessione per gli addetti ai lavori, dirigenti e docenti, che quotidianamente vivono la realtà dei Cpia.
*Dirigente scolastica CPIA 3 Roma
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