
Istruzione in continuo movimento: un convegno che spiega perché i giovani ne hanno bisogno

Giorno dopo giorno, le scuole si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse in contesti diversi e in continuo cambiamento. Gli obiettivi educativi, pur definiti, evolvono costantemente, ma la domanda è: sono davvero allineati con i bisogni dei giovani che vivono in una realtà globale e locale ad alta conflittualità?
Questa è la questione che ha animato il convegno “Educazione in movimento – Spazi e idee per valorizzare il potenziale umano nelle comunità didattiche”, organizzato lo scorso maggio da UWC Italia su iniziativa della senatrice Tatjana Rojc. Dall’incontro, svoltosi nella prestigiosa Sala Zuccari del Senato della Repubblica Italiana, è emersa una risposta positiva: Sì, il mondo dell’educazione è in costante movimento, si rinnova e propone risposte innovative ai bisogni dei giovani, ma per continuare questo lavoro nel futuro bisognerà puntare sulla sinergia.
“I giovani non sono affatto indifferenti, hanno solo bisogno di sostegno”, ha affermato la senatrice Rojc, aprendo i lavori e sottolineando l’importanza dello sviluppo culturale e scientifico, come evidenziato dall’articolo 9 della Costituzione Italiana. La senatrice triestina ha lodato l’opera della Fondazione Rondine Cittadella della Pace e del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Duino, esempi tangibili di come i giovani, con il loro impegno, possano contribuire alla costruzione di un futuro di pace e convivenza. Secondo Rojc, è dovere dello Stato investire nell’istruzione, garantendo a tutti i giovani, indipendentemente dalla loro provenienza, il sostegno necessario per sviluppare i propri talenti.
Spazi di libertà
L’intervento del Rettore del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, Khalid El-Metaal, è stato incentrato sul ruolo cruciale dell’istruzione nel promuovere la pace e la sostenibilità. L’approccio innovativo dei Collegi del Mondo Unito, che si concentra non solo su cosa insegnare agli studenti, ma soprattutto su come farlo, è secondo il rettore emblematico. El-Metaal ha sottolineato l’importanza di creare un ambiente educativo che favorisca la libertà degli studenti, offrendo loro opportunità e spazi per esplorare e crescere, andando oltre i confini delle aule.
Fatima Zahra El Maliani, ex studentessa del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, ha condiviso il proprio percorso personale, riflettendo sul legame con la famiglia, l’Italia e il Marocco. Le esperienze al liceo scientifico torinese e al Collegio UWC nonché nell’associazione del quartiere, le hanno fatto prendere coscienza della netta divisione tra le diverse realtà nelle quali ha vissuto, ma anche della necessità di un ponte che le collegasse.
L’esperienza che dona speranza
Franco Vaccari, fondatore e presidente della Fondazione Rondine Cittadella della Pace, ha presentato il progetto “Studentato Internazionale – World House”, che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o post-conflitti e li aiuta a scoprire l’umanità nel proprio nemico, attraverso la convivenza quotidiana. “Il nemico è un inganno, una costruzione malata delle relazioni che noi smantelliamo”, ha dichiarato Vaccari, sottolineando il ruolo dell’educazione nel superare l’odio e la rivalità. Valeriia Kozeletska, studentessa ucraina del progetto World House, ha così raccontato il suo impegno per la pace, descrivendo come il suo percorso all’interno dello studentato internazionale le abbia permesso di superare il risentimento e sviluppare fiducia, amicizia e speranza.
Le buone pratiche esistono
Gianna Fregonara, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro “Non sparate sulla scuola – Tutto quello che non vi dicono sull’istruzione“, ha offerto uno sguardo critico sul sistema scolastico italiano, evidenziando la necessità di adattarsi ai cambiamenti demografici e alle esigenze dei giovani di oggi. La giornalista ha inoltre sottolineato l’importanza di superare i modelli tradizionali di insegnamento e di adottare approcci innovativi per garantire un’istruzione di qualità, promuovendo inclusione e diversità.
Enrica Cornaglia, program manager presso Ashoka Global, ha continuato il discorso della qualità presentato i risultati di una mappatura del panorama educativo italiano, evidenziando il crescente interesse verso nuovi modelli di insegnamento e l’importanza di creare comunità di pratiche per favorire lo scambio di idee e buone pratiche. “Bisogna uscire dalla convinzione di essere da soli a fare un un’azione di cambiamento e fare più forza e più comunità e più rete possibile,” ha sottolineato Carnaglia.
Alessandra Scamardella, dirigente scolastica presso l’Istituto Comprensivo Melissa Bassi a Torbellamonaca, Roma, ha condiviso la propria esperienza nel non facile processo di trasformazione di un istituto scolastico di periferia con alti tassi di dispersione scolastica. Attraverso la creazione di spazi innovativi e l’adozione di metodologie didattiche non convenzionali nonché aprendo la scuola alla comunità, Scamardella ha dimostrato il potenziale trasformativo dell’istruzione nel promuovere inclusione ed equità.
Infine, Martina Pignatti Morano, ex studentessa del Collegio del Mondo unito dell’Adriatico e direttrice dell’ONG Un Ponte Per, ha condiviso la sua esperienza nella promozione della pace e della cooperazione sociale in contesti internazionali. Per fare ciò, è necessario formare nuovi leader del cambiamento e promuovere una cultura della pace attraverso l’istruzione e l’azione sociale, ha evidenziato la relatrice.
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