Stop agli smartphone a scuola fino a 16 anni. Uno studio USA: ‘Fanno male’

Il sito edsurge.com, testata giornalistica online specializzata sui problemi dell’educazione K-12 (pre-universitaria), dedica il suo ultimo numero (628 del 21 marzo 2024) alla questione dei gravi danni arrecati alla salute mentale degli studenti dall’uso degli smartphone a scuola.

Sembra che potremmo essere – o avvicinarci – a una sorta di momento spartiacque riguardo all’uso dei cellulari e delle piattaforme di social media da parte dei bambini, grazie in parte alla nostra maggiore comprensione di come tali tecnologie influiscono sulla salute mentale dei giovani.

Il Surgeon General (Chirurgo Generale) degli Stati Uniti, che è il capo esecutivo dei servizi sanitari pubblici statunitensi, ha avvertito nello scorso maggio che i social media possono “presentare un grave rischio di danno alla salute mentale e al benessere di bambini e adolescenti”. Gli smartphone e i vari siti web e piattaforme che attirano i bambini stanno anche cambiando il modo in cui i giovani si muovono nel mondo, dalle relazioni che instaurano con i loro coetanei alla loro capacità di mantenere l’attenzione.

L’allarme del Chirurgo Generale ha dato il via a un vasto dibattito non sul se ma sul come vietare agli studenti di usare il cellulare a scuola, con riferimento anche alle gravi responsabilità dei genitori nel continuare a consentire l’uso del cellulare da parte dei loro figli in classe.

Il noto psicologo e filosofo Jonathan Haidt, autore di un nuovo libro in uscita in questi giorni intitolato “The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness” (La generazione ansiosa: come il grande ricablaggio dell’infanzia sta causando un’epidemia di malattie mentali) ha recentemente affermato che è assolutamente necessario e urgente fare in modo che “[i bambini] superino l’infanzia e la prima pubertà prima di gettarli in questo abisso di follia e disperazione”.

Le misure da lui suggerite, in primo luogo ai genitori, sono queste:

  1. Niente smartphone prima della high school (14-18 anni): al massimo i vecchi telefoni cellulari.
  2. Nessun social media prima dei 16 anni. Oggi molti bambini di 12-13 anni usano per esempio Instagram “perché ce l’hanno tutti gli altri”. Se i genitori lo vietassero ai figli, almeno fino a 16 anni, questo effetto imitativo cesserebbe.
  3. Niente smartphone nelle scuole. Permettere agli studenti di tenerli in classe è “come permettere ai tossicodipendenti di portare con sé le loro droghe al centro di cura”. Essi sono devastanti per l’apprendimento, l’inclusione, l’amicizia, e sono detestati dagli insegnanti. Il suo consiglio è di mettere tutti i dispositivi collegabili alla rete in appositi armadietti all’ingresso delle scuole e di restituirli agli studenti sola alla fine della giornata. Ma prima dei 16 anni niente smartphone né a casa né a scuola. E dopo con cautela.
  4. Promuovere il gioco libero e l’indipendenza dei ragazzi. “Dobbiamo ripristinare l’infanzia basata sul gioco, in cui i bambini si incontrano dopo la scuola e fanno cose insieme”.

Se si assumessero queste misure, conclude Haidt, “penso che ridurremmo i tassi di malattia mentale in modo molto sostanziale entro uno o due anni”.

Studi che sembrano dare ragione alla presa di posizione del ministro Valditara sullo stop agli smartphone (non ai tablet, che possono avere una forte valenza didattica) in classe.

Per approfondimenti:
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