
Pressioni indebite contro le bocciature, a Roma
La prevaricazione di genitori contro la scuola
Roma, scrutini finali in una scuola media dei quartieri bene della capitale.
Nelle ultime settimane la scuola, come di consueto, informa alcune famiglie sulla possibilità che in sede di scrutinio finale vi possa essere la bocciatura dei loro figli. Non è un fulmine a ciel sereno, perché le informazioni sul rendimento scolastico degli alunni a rischio sono state fornite puntualmente dagli insegnanti in corso d’anno.
Ma a questo punto la faccenda diventa seria.
E i genitori corrono ai ripari, a loro modo.
Arrivano alla scuola lettere minatorie, diffide e certificazioni di tutti i tipi.
All’ultimo momento, proprio a ridosso degli scrutini, arrivano, da parte di alcune famiglie, certificazioni che attestano – non da parte delle Asl ma di luminari della scienza medica e psichiatrica – che il figlio è affetto da DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) o da BES (Bisogni Educativi Speciali). E i genitori pretendono il conseguente rispetto della certificazione fasulla, minacciando, in caso contrario, azioni legali.
Altre famiglie minacciano di adire il TAR in caso di non ammissione del figlio alla classe successiva, ritenendo pregiudizialmente ingiustificata l’eventuale bocciatura.
C’è anche chi ricatta gli insegnanti, affermando che in caso di bocciatura il figlio potrebbe compiere atti lesivi contro se stesso.
I consigli di classe sono disorientati; alcuni docenti piangono. Sentono che la serietà e la responsabilità del loro impegno umano e professionale sono calpestati, qualsiasi sia la decisione finale.
Gli insegnanti si sentono doppiamente umiliati, anche perché sanno che la giustizia amministrativa si piegherà facilmente alle pressioni delle famiglie, contribuendo alla sconfitta della scuola.
Vincono le famiglie, vince l’ingiustizia.
Una brutta pagina di scuola su cui riflettere.
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