
Gestione casi Covid a scuola, richiesto certificato medico per DDI dei positivi. I medici: ‘Rivedere la norma, atto burocratico inutile’

Nuovi problemi in vista per le scuole, ma soprattutto per famiglie e medici. Il Decreto riaperture del 24 marzo scorso prevede, fra le altre cose, un certificato medico per gli alunni e per gli studenti che devono fare la didattica digitale integrata perché positivi al Covid10. Un atto, questo, che non piace per nulla ai medici, tanto che lo hanno definito “Falso ideologico“. “Una nuova spada di Damocle incombe sull’assistenza sanitaria ai cittadini erogata dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, un pasticcio burocratico che rischia di scaricare sui medici un ulteriore carico di adempimenti a causa di una certificazione incomprensibile nella ratio quanto nella sua attuazione pratica”. Dichiarano infatti la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) e la Federazione dei medici pediatri (Fimp) in riferimento alla circolare 410 che, in coda al punto 2, riporta esattamente e letteralmente quanto disposto dal comma 4 dell’articolo 9 del Dl 24 del 24 marzo 2022.
E le associazioni si rivolgono dunque al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e a quello della Salute, Roberto Speranza, chiedendo la revisione della norma. “I medici, non si capisce su che base – proseguono Scotti e D’Avino – dovrebbero certificare questa piena compatibilità. Peraltro, o esponendosi essi stessi al rischio di un contagio, trattandosi di pazienti positivi al Covid; o certificando senza visitare il paziente, il che è impossibile perché si commetterebbe un falso ideologico. Se ogni medico è pronto a esporsi al rischio di contagio per visitare un paziente, è impensabile che questo avvenga per adempiere ad un atto burocratico peraltro inutile”.
“Difficile, per usare un eufemismo comprendere la ratio sulla base della quale il medico dovrebbe certificare questa compatibilità. Forse – conclude Scotti– l’unica è quella di giustificare l’assenza dello studente, anche se in realtà lo studente o la famiglia possono tranquillamente non richiedere la partecipazione alle lezioni integrate”.
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