
Pedagogia e architettura si incontrano in un Master dell’Università del Salento

Si rincorrono sulla cronaca italiana quasi quotidianamente notizie talora drammatiche relative al grave stato di conservazione degli edifici scolastici, e parallelamente, almeno dall’inizio del governo Renzi si hanno notizie (per solo notizie) di massicci investimenti finanziari per l’edilizia scolastica.
Contestualmente le nuove conquiste delle scienze dell’educazione hanno messo in evidenza le profonde esigenze di cambiamento e di adeguamento degli spazi educativi.
Partendo da queste premesse un gruppo di pedagogisti dell’ Università del Salento, coordinati dal prof. Luigino Binanti, Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale in quell’Ateneo, nonché docente di Organizzazione e Politiche Scolastiche, ha progettato un Master di I° livello per dar vita ad una nuova figura professionale.
Si tratta del Consulente Pedagogico per la Progettazione di nuovi Spazi Educativi, la cui I° edizione partirà nelle prossime settimane.
In un percorso formativo di 1500 ore, pari a 60 CFU, che prevede l’attività in presenza (40%), online (60%) e studio individuale, che si svolge in dodici mesi, un numero massimo di 50 partecipanti potrà conseguire il predetto titolo di master.
Si segnala che il bando e la scheda di iscrizione è disponibile sul seguente sito: https://www.unisalento.it, alla sezione riguardante l’ Offerta Formativa/Master. La scadenza per l’ iscrizione fissata per il 23 marzo 2015, sarà certamente prorogata. Eventuali informazioni aggiuntive possono essere richieste alla dott.ssa Francesca De Vitis, inviando una mail a : francesca.devitis@unisalento.it.
Ai progettisti del Master è sembrato particolarmente utile in questa fase proporre un’occasione di incontro tra educatori ed architetti, chiamati al di fuori di ogni retorica a ripensare tutti gli spazi in cui si svolgono le attività educative e formative sia formali, che informali.
Spesso i tecnici progettisti di questi spazi hanno ancora in mente l’assetto dell’aula tradizionale, quella in cui essi stessi si elevano da studenti.
Molto è cambiato in questi ultimi venti trenta anni nell’ambito dei percorsi formativi e delle rispettive didattiche.
Si pensi per tutte all’impatto che sugli spazi stessi dell’educazione hanno ed avranno ancora più in futuro le cosiddette nuove tecnologie. Come cambierà un’ aula senza libri e quaderni ma con il solo ricorso ai tablet, alle LIM ed alle connessioni ultra veloci. Cosa sanno i progettisti del fatto che i bambini della scuola dell’infanzia siedono ormai quasi costantemente in circolo sul pavimento di quella che prima chiamavamo l’aula.
È del tutto evidente dunque che le nuove teorie dell’apprendimento accanto alla capacitazione e all’ergonomia, ma anche ai nuovi modelli di progettazione e ai processi di partecipazione partecipativa esigeranno un continuo confronto dei progettisti stessi con gli esperti delle scienze dell’educazione.
Gli organizzatori ritengono quindi che dall’ ibridazione tra la pedagogia e l’architettura possa nascere un felice connubio.
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