Università: 22% dei fondi in base a performance

Rivoluzione nell’assegnazione dei fondi alle università: oltre il 22% delle risorse disponibili (poco più di 7 miliardi di euro: 7.010.580.532), quest’anno sarà distribuito sulla base delle performance dei singoli atenei, tra quota premiale, programmazione triennale, dottorati di ricerca, fondo per i giovani e fondo perequativo.

E’ la novità principale contenuta nel decreto di ripartizione del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO), firmato dal Ministro Stefania Giannini e inviato al vaglio della Corte dei conti, che introduce per la prima volta nel calcolo per la ripartizione delle risorse anche il costo standard di formazione per studente in corso.

Si tratta di un caso unico nella Pubblica Amministrazione: l’università si pone al centro di un innovativo sistema di distribuzione dei fondi pubblici che legherà quote sempre più consistenti dei finanziamenti alla qualità dei servizi offerti agli studenti. Una fetta della quota base dell’FFO è infatti assegnata, per 1 miliardo circa, in base al costo standard di formazione per studente in corso. Un sistema inedito che punta ad agganciare lo stanziamento delle risorse non più a criteri storici, ma alla qualità e alla tipologia dei servizi offerti agli studenti.

Il costo standard, che è oggetto di un apposito decreto Miur-Mef, viene calcolato attraverso una formula che mette in relazione i costi che gli atenei sostengono per i diversi corsi di studio (costi dei docenti, degli amministrativi e tecnici, di funzionamento) alla popolazione studentesca in corso. Per evitare sperequazioni è previsto un correttivo territoriale basato sul contesto economico.

Cresce così sensibilmente la quota premiale del finanziamento (dal 13,5% del 2013 al 18% del 2014), che sarà distribuita prendendo in considerazione anche l’internazionalizzazione delle università, con particolare attenzione per la partecipazione al programma Erasmus.

Il decreto tiene conto degli atenei situati in contesti economicamente più deboli, con clausole di salvaguardia che stabiliscono un tetto massimo di riduzione dei fondi pari al 3,5%, contro il 5% del 2013.

In base ai nuovi parametri più della metà degli atenei troverà un segno ‘+’ davanti al proprio finanziamento quest’anno. Un miglioramento che riguarda oltre il 50% delle università del Sud. “Abbiamo introdotto cambiamenti che consentiranno, da un lato, di premiare i virtuosi e i loro sforzi nel fare innovazione e, dall’altro, di non penalizzare atenei che operano in contesti più svantaggiati“, spiega il Ministro Giannini.