
Scuola statale e paritaria sono ”equipollenti”, offrono ”lo stesso servizio”. Il contributo alle paritarie ”non è un privilegio”, ma un contribuito ”a una scuola vera”, che ”non vogliamo tagliare, piuttosto incrementare”: ”si stanno cercando soluzioni, a livello di Ministero dell’Economia, sulla questione Imu, per evitare che le scuole paritarie, enti non profit ma che svolgono attività commerciali, la debbano pagare, alla pari di quelle statali. Dobbiamo essere fiduciosi e fra qualche mese avremo certezze”. Sono i passaggi più significativi dell’intervento pronunciato oggi dal sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, durante un convegno alla Camera, promosso dalla responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero.
Per Toccafondi, in Italia serve ”un sistema scolastico unico integrato che funzioni davvero. Occorre che entrambe le gambe, quella statale con oltre 8 milioni di studenti e quella paritaria con oltre 1 milione, siano ben allenate per correre”. Attualmente, ”il contributo statale alle paritarie corrisponde a 500 euro l’anno per iscritto, quello alle statali, secondo dati Ocse, a 6.800 euro”.
Sulla questione dei costi ha centrato il suo intervento Elena Centemero. A suo avviso per garantire i diritti ”alla libertà di scelta educativa e di insegnamento” la definizione del costo standard sarebbe uno strumento ”fondamentale”: una volta fissata la spesa per studente ”a tutte le scuole verrebbero assegnati fondi pubblici sulla base del numero di iscritti”. ”Solo un sistema integrato e plurale – ha affermato Centemero – può permettere la realizzazione dell’equità”.
“Un sano pluralismo scolastico dimamicizza e migliora l’intero sistema e calmiera gli enormi costi, spesso improduttivi – ha osservato don Francesco Macrì, presidente della Fidae, federazione istituti d’ispirazione cattolica – adottare il costo standard è un’occasione di modernizzazione e ottimizzazione dei costi”.
Più che con il costo standard, di difficile definizione, ha sostenuto Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli, “la libertà di scelta va salvaguardata attraverso forme di deduzione per le spese per istruzione”. Per Attilio Oliva, presidente dell’associazione Treellle, la scuola paritaria “non va statalizzata: per innovarla serve il confronto, che va alimentato”.
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