Carrozza, non conta l’età ma il talento

“Ho lasciato tutte le mie ricerche a giovani ricercatori, due dei quali non avevano neanche 30 anni. Ho fatto un atto coraggioso e penso di aver sempre promosso anche il talento. Ma non deve essere la questione anagrafica quella dominante, altrimenti diventa un’altra barriera, deve essere l’idea di vedersi un futuro, di migliorare il mondo in cui siamo. L’università non ha dato grandi prove di essere capace di riformarsi, siamo arrivati al punto estremo. Adesso l’istruzione superiore deve pensare a dove vuole andare'”. Lo ha detto il ministro Maria Chiara Carrozza, intervenendo su Rai News.

Parlando di atenei virtuosi, il ministro ha sottolineato che i tre elementi che contano per la valutazione sono la “reputazione“, “la trasparenza” e “le politiche di reclutamento“. Nel valutarli “punterò molto sul miglioramento rispetto al punto di partenza. Noi non dobbiamo guardare lo storico ma dare a tutti la possibilità di migliorarsi e avere piani di miglioramento, anche nel reclutamento. Bisogna far vedere che io rettore recluto persone che meritano di essere prese. Il fine ultimo è la qualità dell’insegnamento per lo studente. L’università è il luogo in cui si studia e dove lo studente deve imparare e migliorarsi, non un luogo fatto per il se stesso e per i professori“.

Alla domanda su quali siano le università migliori in Italia Carrozza ha risposto in modo diplomatico, ma non reticente: “Ce ne sono tante – ha detto – è difficile dire quali sono. Il ministro deve difendere tutto il suo sistema. Ho sempre visto che c’è una parte di università che ha voglia di migliorarsi“. E quelle, viste le premesse generali, saranno quelle da premiare.