
Baby Vax, pediatri e neonatologi: ‘Prima vaccinate, prima proteggete’

da Anna Maria De Luca
Bisogna unire le forze per dare ai genitori la tranquillità di vaccinare i propri figli: la Società italiana di pediatria (Sip) e la Società italiana di neonatologia (Sin) scendono in campo mettendo attorno ad un tavolo virtuale pediatri ospedalieri, pediatri di libera scelta e specializzandi. Obiettivo: arginare quella che è ormai diventata la pandemia dei bambini. Uno dei compiti più importanti dei pediatri è infatti educare i bambini e le famiglie alla prevenzione e alla salute.
Il virus corre sempre più tra i banchi di scuola: sono almeno diecimila le classi tornate alla didattica a distanza in questi ultimi giorni. La curva dei contagi negli under 12 ha impennato da novembre, con una crescita esponenziale e doppia rispetto alla fascia 12-19 anni e sfiorando, nell’ultima settimana, 300 casi ogni centomila. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità, negli ultimi due mesi si è verificato un incremento di 24.398 casi nella fascia di età 6-10 anni, con un’incidenza particolarmente elevata nella popolazione di età inferiore a 12 anni.
Novantaduemila sono i bambini tra i 5 e gli 11 anni vaccinati nei primi cinque giorni della campagna partita il 16 dicembre. I pediatri si augurano che molte famiglie approfittino delle vacanze di Natale per continuare a far vaccinare i propri figli ma il primo dato da sottolineare è la variazione tra le regioni: il boom di prenotazioni si è verificato tra la Lombardia e il Lazio (che è stata la prima regione a partire ed ha già vaccinato 4mila bambini) ma, a parte l’eccezione della Puglia (3mila vaccini) sono bassi sono i numeri delle regioni meridionali.
ll vaccino pediatrico è sicuro ed efficace? Risponde Roberto Ieraci, infettivologo e responsabile della strategia vaccinale del Lazio: “Spero che presto sia disponibile anche la formulazione per vaccinare i bambini a partire dai 6 mesi. Negli Usa sono stati ormai vaccinati 5 milioni e mezzo di bambini e gli eventi avversi sono stati pari a zero dunque dobbiamo far sì che sia coperto dall’infezione il maggior numero di bambini, per loro stessi ma anche per proteggere la comunità scolastica: più vacciniamo e più togliamo la terra sotto ai piedi al virus”.
In Italia, dall’inizio dell’epidemia al 9 novembre, nella fascia di popolazione 0-19 anni sono stati confermati 791.453 casi di cui 8.451 ospedalizzazioni, 249 ricoveri in terapia Intensiva (39 nella fascia 5-11 anni). Trentasei decessi nei primi 18 mesi, tasso che corrisponde a quello registrato negli Usa pari a circa 1 su centomila. Spiegano la Società italiana di pediatria e la Società italiana di neonatologia: “L’infezione da Covid-19 è più temibile nei bambini fragili per immunodeficienze (primarie o secondarie, malattie oncologiche, alcune patologie croniche cardiache, renali, respiratorie), quadri severi di obesità e diabete non adeguatamente controllato, trisomia 21 e patologie del neurosviluppo. La vaccinazione riduce la possibilità di complicanze quali la MIS-C o Multi-Organ Inflammatory Syndrome in Children, una complicanza rara, finora osservata con una incidenza di 3/10mila soggetti sotto i 21 anni. Tuttavia ci sono stati almeno 2.316 casi di MIS-C che è più comune nella fascia di età dai 5 agli 11 anni, oltre a essere fatale nell’1-2 % dei casi e richiedere cure intensive nel 60% al 70%”.
“In questa difficile campagna – commenta Elisabetta Cortis, presidente Sip Lazio – la figura del pediatra può dare il massimo contributo. La pandemia ha unito moltissimo noi pediatri ed eventi come questo dimostrano la disponibilità a cercare collaborazione e condivisione per fare in modo che tutte le mamme e tutti i papà abbiano risposte coerenti e chiare che evitino possibili momenti di confusione”.
Cosa dire ai genitori che hanno dubbi e preferiscono aspettare? Alberto Villani, past president della Società italiana di pediatria, non ha dubbi: “Dobbiamo rispondere: prima vaccinate, prima proteggete. Non possiamo, infatti, predire quale bambino andrà incontro a una forma grave di malattia e quale andrà addirittura incontro al decesso. Ogni singolo bambino deve essere protetto perché ha il diritto alla tutela della sua salute e non rischiare di morire”. “Ogni bambino può essere vaccinato- aggiunge Villani- e le indicazioni sono quelle da seguire per qualunque altro vaccino e si limitano a non avere patologie acute in atto. Di fatto tutti possono essere vaccinati, bisogna solo scegliere”.
Chiaramente, i più piccoli contagiano i più grandi. Cosa sta succedendo nelle scuole lo racconta Giovanni Cogliandro, il dirigente scolastico di due grandi scuole di Roma, l’Istituto comprensivo W. A. Mozart e l’IIS Von Neumann: “Ci sono ancora persone che, giostrandosi tra le maglie del diritto, tendono a rinviare il vaccino per timori irrazionali e non mi riferisco certo a quelle che hanno il giusto diritto all’esenzione per problemi seri di salute… “.
Ascolta l’audio del ds Giovanni Cogliandro:
A Roma, il primo giorno di campagna 5-11 anni è andato molto bene. Secondo i dati comunicati dall’assessore D’Amato, sono stati vaccinati circa mille bambini ed effettuate oltre 30mila prenotazioni grazie al contributo determinante dei pediatri. Simbolicamente abbiamo iniziato dall’ospedale Spallanzani, essendo stato lo scorso anno l’ospedale protagonista dell’avvio della campagna vaccinale per gli adulti. Ci è sembrato quindi opportuno che fosse il luogo di inizio anche di questa campagna così importante, che vedrà determinante il ruolo dei pediatri e delle società scientifiche della pediatria”.
E per rendere la vaccinazione un poco più piacevole, a Roma sono stati messi a disposizione oltre 50 centri vaccinale creando anche attività ludiche proprio per allentare la tensione e fare un’accoglienza adeguata con il gioco.
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