
A riprova del fatto che il dibattito sul referendum in programma il 26 maggio a Bologna sulle scuole paritarie stia salendo di intensità con effetti non facili da prevedere, lo dimostra, dopo la netta presa di posizione del segretario della FIOM, Maurizio Landini, la discesa in campo di Franco Grillini, esponente politico dell’Arcigay, contro la CEI che nei giorni scorsi aveva criticato decisamente il referendum bolognese.
“Già mi lascia perplesso l’interventismo della curia bolognese – osserva – figuriamoci quello della Cei e del cardinal Bagnasco a proposito dell’interpretazione dell’articolo 33 della Costituzione dove si vuol far credere che sia la Chiesa cattolica a finanziare lo Stato e non viceversa”.
“Come si sa – prosegue – la Costituzione per i clericali si interpreta a seconda dei propri interessi per cui l’articolo 33 che vieta espressamente i finanziamenti pubblici alle scuole private si può bypassare mentre per esempio l’articolo 29 sulla famiglia va interpretato come divieto assoluto al matrimonio gay, il che palesemente non è”.
A giudizio di Grillini, ancora, “il punto rimane sempre lo stesso: si usano fondi pubblici non per una scuola laica e ‘sussidiaria’ alle difficoltà di rispondere alla domanda da parte degli enti locali, ma per fare una scuola dove tra l’altro si insegna la religione cattolica a bambini piccolissimi figli di persone che per lo più avrebbero preferito la scuola pubblica. Questa non è libertà e nemmeno libertà di insegnamento”.
È consigliabile che, a questo punto, il Governo Letta ne resti fuori e che i suoi ministri usino la prudenza e il profilo basso per evitare contraccolpi politici che potrebbero avere effetti dirompenti oltre la portata del referendum bolognese.
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