Tuttoscuola: Non solo statale

Agesc: a rischio 600.000 bambini

Il ministro Profumo intervenga affinché venga modificato il provvedimento sull’Imu: i bilanci delle scuole paritarie, in quanto soggetti non profit, non consentono il pagamento dell’imposta. Questo l’appello lanciato dal Presidente di Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) Roberto Gontero, che così lo argomenta: “‘Dato l’impatto che il decreto avrebbe sull’organizzazione del sistema scolastico nazionale, è indispensabile che la formulazione della norma non venga lasciata al solo dicastero dell’Economia, ma venga corretta dal ministro dell’Istruzione, alla luce del principio, sottolineato più volte dallo stesso Profumo, dell’ ‘autonomia responsabile’ delle scuole e dell’articolo 33 comma 4 della Costituzione, che afferma: ‘La Legge deve assicurare piena libertà alle scuole non statali che chiedono la parità, e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni della scuola statale’”.

Secondo il presidente di Agesc  già ora le rette non coprono per intero i costi di esercizio delle scuole non statali, che, se fossero sottoposte all’Imu, “sarebbero costrette a chiudere o a aumentare i corrispettivi in misura non più sostenibile dalle famiglie degli alunni”.

Secondo Gontero, la situazione è particolarmente critica per le scuole paritarie dell’infanzia, “dove sono a rischio i posti per oltre 600 mila bambini tra i tre e i sei anni. Infatti poichè lo Stato copre non oltre il 60% della domanda di scuole materne, le famiglie si troverebbero in seria difficoltà a individuare soluzioni alternative alle strutture private esistenti. Il provvedimento Imu, così come ora è formulato, comporterebbe, dunque, due principali conseguenze: lo smantellamento del sistema paritario, con un aggravio di costi per il Ministero dell’Istruzione, calcolato nella cifra di 6 miliardi all’anno (la spesa media per uno studente di una scuola statale e’ di 7.000 euro, contro i 500 erogati per ogni alunno delle paritarie); la negazione della libertà di scelta educativa, prevista, invece, dalla legge 62/2000 firmata dall’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer”.

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