
In merito alle polemiche riguardati il finanziamento delle scuole paritarie riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta indirizzata al Ministro e ai responsabili scuola dei diversi partiti politici dalla FILINS (Federazione Italiana Licei e Istituti Non Statali). La lettera reagisce polemicamente a quello che nella premessa viene definito “l’uso scorretto e deviante dei media da parte di taluni organi d’informazione”.
Quando si parla di fondi per le scuole non statali non viene quasi mai specificato che detti fondi sono esclusivamente destinati ad una certa percentuale di scuole paritarie dell’infanzia e alle scuole primarie convenzionate (quindi non a tutte).
Per correttezza d’informazione bisognerebbe aggiungere che tutte le altre scuole paritarie (ed in particolare le medie e le superiori) non sono beneficiarie di alcun contributo statale, e sono costrette ad essere finanziate dalle stesse famiglie che le scelgono per i loro figli.
Appare evidente che questa semplice e giusta precisazione è omessa intenzionalmente da alcuni redattori, i quali colgono l’occasione per sobillare la pubblica opinione contro il settore della scuola non statale, ubbidendo più ad un preciso e preconcetto scopo politico piuttosto che alle regole di una equilibrata e corretta funzione informativa.
Per contro, i responsabili dei media dovrebbero mettere in evidenza che gli alunni frequentanti le scuole paritarie (circa un milione) fanno risparmiare allo Stato Italiano ogni anno circa dieci miliardi di Euro, a fronte di un contributo complessivo che non supera un ventesimo di tale somma.
Sarebbe auspicabile che gli artt. 3, 33 e 34 della Costituzione siano finalmente attuati nel loro profondo significato e che almeno la scuola dell’obbligo (per ora fino al 16^ anno d’età) fosse realmente gratuita per tutti gli studenti, in modo da consentire alle loro famiglie la libertà di scegliere la scuola (statale o paritaria) senza discriminazioni fra ricchi e poveri.
E’ appena il caso di ricordare (per usare un’espressione cara ad alcuni burocrati della P.A.) che la scuola paritaria svolge un servizio pubblico nell’ambito del Sistema Nazionale d’Istruzione (legge 62/2000) che, per Dettato Costituzionale, è affidato sia allo Stato che a Enti e Privati, per garantire la pluralità e la libertà della cultura in una società civile e democratica.
Le famiglie che la scelgono, spesso per necessità, sono costrette a pagare due volte: sia con le tasse (come gli altri cittadini che usufruiscono del servizio statale a carico dell’erario) sia con le rette per la scuola paritaria. Questa possibilità è riservata solo agli abbienti e costituisce per loro un ulteriore sacrificio, ma anche un privilegio.
Dov’è la logica o il senso di giustizia in coloro che combattono la scuola paritaria, come se fosse superflua o addirittura un lusso?
Il Presidente FILINS
Prof. Giovanni Piccardo
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