
Precari vs. neolaureati. Cisl-scuola: il sindacato non centra
Sulla polemica del reclutamento in atto nell’ambito della maggioranza, dopo l’intervento della Lega in difesa del ministro Gelmini, prende posizione anche la Cisl-scuola che non si schiera apertamente per l’una o l’altra parte, ma di fatto dissente dalla linea dei sottoscrittori della petizione anti-Gelmini, invitando tutti ad evitare di “esasperare le tensioni esistenti fra le tante anime di un precariato che non ha bisogno di ulteriori conflitti mentre attende risposte equilibrate e credibili”.
“Chi è in graduatoria – osserva il segretario Scrima – non merita di passare per privilegiato, quando ha magari davanti a sé ancora anni e anni di attesa (durante i quali fatalmente “invecchia”, lavorando da precario). Chi attende di abilitarsi deve poterlo fare ed avere presto la sue opportunità di concorrere al lavoro nella scuola”.
Dopo aver lanciato una stoccata ai professori universitari sottoscrittori della petizione (Ci auguriamo che la sensibilità manifestata al riguardo dal mondo accademico non nasca soltanto dall’attesa di positive ricadute sui bilanci delle Università) e ricordato alcuni numeri sul precariato (230.000 precari abilitati, almeno 300.000 in attesa di abilitarsi, a fronte di un organico docenti che si aggira sui 700.000 posti), Scrima osserva che “in ogni caso sarà complicato gestire un così drammatico squilibrio tra domanda e offerta di lavoro. Uno squilibrio che la drastica riduzione degli organici e la tendenza a ritardare i pensionamenti non aiutano certo ad attenuare”.
Il segretario della Cisl-scuola ricorda che “il sistema di reclutamento è definito per legge, non per contratto. Non è colpa del sindacato se il canale ordinario di reclutamento, quello dei concorsi, è fermo da oltre dieci anni in attesa di una riforma che non arriva”.
Poi c’è un invito aperto: “serve l’impegno di tutti per accelerare lo svuotamento delle graduatorie, non per renderle ancora più affollate. La politica su questo interroghi se stessa, anziché lanciare accuse pretestuose e infondate al sindacato”.
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