Il mondo cattolico per una scuola pubblica

Dopo le parole del cardinale Bagnasco, presidente della Cei, che si è sottratto alla polemica tra scuola pubblica e scuola privata, affermando che quel che conta è la qualità dell’istruzione da qualsiasi parte essa venga, altri esponenti del mondo cattolico prendono posizione sul dibattito innescato dalle parole del premier.

In una sua nota l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche dichiara di non volere prestarsi al gioco dello scontro politico e, quindi, di non volere entrare nel gioco delle interpretazioni delle parole del premier e delle risposte degli altri leader politici nazionali: parole che finiscono per nascondere la realtà e allontanano da quelli che sono i veri bisogni delle famiglie e delle scuole.

Per l’Agesc, “solo un sistema pubblico di istruzione che fondi sul principio di sussidiarietà forme di pluralismo educativo è la risposta alle esigenze di istruzione e formazione dei giovani di oggi; questo sistema si costruisce con l’attuazione di una reale autonomia per le scuole, la libertà di scelta per le famiglie e la valorizzazione professionale degli insegnanti

Anche Paola Binetti, deputata dell’Udc entra nel vivo della questione affermando che l’attuale polemica sulla scuola pubblica riporta all’attenzione al problema dell’emergenza educativa, davanti al quale nessuno può chiamarsi fuori.

La Binetti critica Berlusconi per avere “lanciato in modo surreale la sua sfida al mondo della scuola distinguendo tra valori buoni e cattive ideologie, tra educazione di serie A ed educazione di serie B, secondo un modello bipolare vecchio e superato, che contrappone scuola statale e scuola cattolica e sostiene che l’Udc difende la libertà delle famiglie di scegliere per i propri figli la scuola e il modello educativo che ritengono migliore, ma esige al tempo stesso che il sistema scolastico vincoli docenti ed istituti ad una valutazione costante dei risultati ottenuti, per rendere competitive le scuole, statali e non.