
L’8,4% delle famiglie sceglie la scuola statale solo perché non può permettersi la privata. E’ quanto emerge da una ricerca presentata ieri al Senato dal titolo ‘La scelta delle famiglie per la scuola paritaria. Un punto di vista economico”, condotta dalla professoressa Luisa Ribolzi e da Tommaso Agasisti.
Lo studio ha coinvolto 728 genitori, per lo più mamme, e aveva lo scopo soprattutto di verificare il peso dei vincoli economici sulla scelta della scuola dei figli.
La vicinanza dall’abitazione risulta essere uno dei criteri principali di scelta delle famiglie. I più vanno alla scuola pubblica, ma, secondo i ricercatori, esiste “una quota non piccola di genitori che ha incontrato dei vincoli economici così gravi da essere vincolanti nella scelta, o meno gravi ma tali da comportare sacrifici”. In totale circa una famiglia su cinque “non ha potuto scegliere davvero liberamente”.
Il condizionamento è più pesante nelle fasce di reddito più basse: il 17,4% delle famiglie non può permettersi la scuola privata. La percentuale scende al 13,3% nel ceto medio e al 4,1% in quello alto. Ed esiste una quota di famiglie, l’8,4%, per cui la scuola pubblica non solo è una scelta obbligata per motivi economici, ma “contrasta con le loro convinzioni”. I dati sulle aspettative delle famiglie, spiega la ricerca, dimostrano che queste non sono “eccessive e che con un impiego di risorse relativamente ridotto si potrebbe garantire a una buona quota di cittadini di godere del diritto primario di scegliere l’educazione dei propri figli”.
Alla presentazione, è intervenuta con un messaggio il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che ha posto l’accento sulla necessità di “predisporre uno specifico strumento legislativo che, mettendo al centro la famiglia, ne sostenga lo sforzo educativo attraverso un’adeguata fiscalità che possa consentire una reale libertà di scelta” tra la scuola pubblica o privata.
La ricerca, ha osservato il ministro, “evidenzia come il fattore economico condizioni ancora una minoranza di famiglie nella scelta delle scuole” e come “gli ostacoli sul cammino della parità siano ancora molti“.
La Gelmini ha sottolineato che “pur avendo attraversato un momento di grande congiuntura economica, siamo riusciti a garantire i finanziamenti per le scuole paritarie senza riduzioni significative” e condanna le “numerose notizie totalmente false che parlano di tagli alla scuola statale fatti per aumentare i finanziamenti alla scuola paritaria. Si vuole alimentare – ha detto – la contrapposizione tra scuola statale e privata alzando steccati ideologici“.
La scuola, secondo il ministro, è un “bene comune” che “non può essere ridotto a una sola dimensione: entrambe, sia la statale che la privata, sono scuole pubbliche e possono essere buone o meno buone. Per entrambe è necessario garantire ai genitori la libertà di scelta“.
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