Studenti stranieri: il tetto secondo il rito ambrosiano

La Lombardia, e in particolare Milano, si differenziano dal resto d’Italia non solo per il Carnevale e la Quaresima, che secondo il rito ambrosiano si celebrano quattro giorni dopo, ma anche per l’interpretazione del tetto del 30 per cento di presenza di alunni stranieri in classe stabilito dal ministro Gelmini.

A Milano gli alunni stranieri che hanno frequentato gli ultimi due anni, o più, in una scuola italiana, saranno equiparati agli italiani. Insomma, non se ne terrà conto ai fini del calcolo della percentuale del 30%.

Scaduto il termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico per elementari e medie, si è constatato che almeno cinquanta istituti avevano superato la soglia. Ma dopo una riunione con i dirigenti scolastici interessati, svoltasi presso l’Ufficio Scolastico Provinciale di Milano, si è deciso che questi ultimi potranno chiedere al Direttore dell’USR di non considerare nel 30% gli alunni che abbiano frequentato due anni di asilo o almeno tre anni di scuola primaria in Italia (caso abbastanza frequente a Milano, dove molti di questi alunni sono nati).

In questo modo la rigidità del tetto è stata aggirata con una interpretazione della norma di assoluto buon senso. C’è solo da sperare che il rito ambrosiano sia seguito anche nel resto d’Italia.