
La difficile partita della Cisl Scuola
La Cisl Scuola ha celebrato la scorsa settimana il suo congresso nazionale, che si è concluso con la conferma di Francesco Scrima alla guida del sindacato. Un sindacato che per radicamento nel settore dell’istruzione e numero di iscritti resta la maggiore organizzazione nel panorama della scuola italiana (mentre la più rappresentativa è la Flc-Cgil, che ha raccolto più voti nelle ultime elezioni delle RSU).
La rielezione di Scrima significa con ogni probabilità anche la conferma della linea fin qui tenuta dal sindacato scuola, per molti aspetti parallela a quella tenuta dal segretario generale della Confederazione Bonanni nei confronti del governo: disponibilità al confronto e al negoziato, ma netto rifiuto di ogni soluzione, legislativa o amministrativa, che si ponga al di sopra o al di fuori della dimensione contrattuale, o che non consideri il sindacato come un partner da ascoltare e rispettare nei processi decisionali.
“Noi siamo riformatori per metodo e modo di agire”, ha tenuto a sottolineare il neoeletto segretario Scrima, “la CISL è riformista ma quelle fatte dal Governo a colpi di tagli agli organici e depotenziamento della scuola pubblica statale non sono riforme”. E poi ancora: “noi siamo il sindacato del confronto, pronti a formulare, come sempre, le nostre proposte; attendiamo che anche chi rappresenta le istituzioni si convinca che solo dal confronto possono essere trovate soluzioni adeguate alle tante emergenze poste alla scuola”.
Ancora più esplicito Bonanni: “La CISL denuncia e si contrappone quando serve ma, appena possibile, propone e si propone come attore di dialogo responsabile”. E per uscire dall’impasse di un dialogo con il ministro Gelmini che appare al momento bloccato Scrima la lanciato la proposta (interessante) che si dia luogo a una sessione straordinaria del Parlamento per decidere “cosa fare del futuro della scuola italiana”. Parallelamente il sindacato intende promuovere una Conferenza Nazionale delle parti sociali e dell’associazionismo a sostegno di nuovo “grande patto sociale per la scuola“.
Tutto si può fare dentro la dimensione negoziale, dunque. Altrimenti è scontro.
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