
6 Idee per la scuola, i lettori chiedono che cambi

Continuano le osservazioni dei lettori sulle “Sei proposte per rilanciare la scuola” lanciate lunedì 2 settembre scorsoo da Tuttoscuola, in contemporanea con l’ampio articolo di Gian Antonio Stella, pubblicato nell’edizione cartacea e online del Corriere della Sera.
Come promesso, diamo visibilità ai contributi più interessanti.
Da Flaminia Bizzarri di Intercultura, ci è giunto un commento da un osservatorio speciale: “Ho trovato le vostre proposte molto ragionevoli anche se “rivoluzionarie” per il nostra sistema scolastico! Intercultura sa bene che potrebbero essere facilmente messe in pratica, come avviene nelle scuole di tanti Paesi che accolgono i nostri studenti partecipanti a scambi: ragazzi che tornano testimoniando non solo l’efficienza ma anche l’efficacia di alcuni sistemi educativi esteri che sviluppano nei giovani senso di appartenenza alla loro scuola, responsabilità, motivazione. Speriamo che il mondo della scuola italiana e le istituzioni sappiano dare alla vostra proposta l’attenzione che merita e che le Sei idee siano in trampolino di partenza per un confronto ed un cambiamento di mentalità“.
Il lettore del corriere.it UnOpinione invece è molto critico nei confronti della (a suo dire) anarchia dei professori. Così racconta la sua esperienza di rappresentante di classe: “Sono stato rappresentante di classe per alcuni anni nelle scuole dei miei figli. Oltre questo, ho sempre cercato di seguirli nelle loro attività scolastiche e mi sono fatto un’idea che credo corrisponda ad assoluta verità: “Nella scuola italiana oggi un professore può fare (o meglio non fare) quello che vuole o quasi” . Ho aggiungo “quasi” perchè non sono effettivamente permesse attività criminali gravi, ma, astenendosi da queste, poi più o meno tutto gli è permesso ! NOTA BENE: questo NON vuol dire che tutti i prof. fanno quello che vogliono ! Molti professori effettivamente, per fortuna, cercano con un certo scrupolo, coscienziosamente di fare il proprio dovere al meglio o, comunque, ragionevolmente si danno da fare. Ma altrettanti e forse più se ne approfittano tranquillamente !!! Molti programmi sono portati avanti solo per il 40, 50 forse 60 % ad andar bene. Le valutazioni e le interrogazioni poi sono virtuali. Quasi tutti gli studenti sono contenti (e quindi silenti): la sufficienza è assicurata senza studiare!!! … chi rimanderebbe infatti i propri alunni su un programma quasi inesistente e senza averli mai sentiti proferir parola sull’argomento? Un pazzo! Che comunque ci sono! Ma non finisce qui, perchè al nulla del prof nullafacente, si deve aggiungere il caos dell’incapace! Il soggetto forse si impegna anche, secondo i propri parametri, ma o per il suo scarso grado di conoscenza della materia insegnata o per incapacità didattiche manifeste o semplicemente per l’incapacità di tenere sotto controllo la classe, il suo sforzo risulta vano, se non anche, in alcuni casi, deleterio. Anche per questo qualcuno dovrebbe controllare cosa avviene nelle classi delle scuole italiane! E’ poi comprensibile come test Invalsi e simili siano tanto invisi a molti nostri professori…“
Lettore_59980482 invece è polemico contro la differenza dei voti (con effetti sulle ammissioni alle facoltà universitarie a numero chiuso) tra alunni del Sud e alunni del Nord: “L’ammissione all’università è condizionata anche dal voto di maturità: quindi oltre a drenare un sacco di soldi al Nord per alimentare il mangia-mangia, adesso il Sud si prende anche i posti all’Università. Non credo che i ragazzi prodigio a Crotone siano 10 volte di più che a Milano. Forse più probabile che i voti alti siano un modo di mascherare la nullità dei professori. E speriamo che non sia dovuto anche a un “condizionamento ambientale”. In generale poi i professori vanno diminuiti, non aumentati, specialmente nelle Università: è ora di smantellare la scuola di stile ottocentesco. L’elearning basato su contenuti multimediali migliora di gran lunga la qualità delle lezioni e rende inutili i professori per le lezioni frontali: bastano dei tutor accessibili a richiesta, mentre i professori sono molto più utili per interrogazioni, test e discussioni di case-study. Ben vengano le scuole con i computer o i tablet, soprattutto se comprati con cognizione di causa (non scegliendo fornitori con prodotti molto cari perché molto famosi, come fa il popolino ignorante con i tablet e gli smatphone). Infine programmi scolastici più seri, all’altezza del mondo civile: ci mancano tecnici e ingegneri, non filosofi e letterati che non servono a nulla e quindi saranno sempre disoccupati“.
Infine, il lettore Mario Bianco, dalla nostra piattaforma Disqus, invoca un’authority indipendente per la scuola: “Dove va la scuola italiana? La risposta è abbastanza semplice, la scuola in Italia semplicemente non ha una direzione sensata e mai l’avrà se permettiamo che venga sempre gestita dalla politica come sgabuzzino delle scope… Ci vuole una Authority indipendente che trovi il coraggio di ridisegnare la professione docente oggi ed il sistema scolastico visto nel suo insieme, dalla primaria all’università!“
Anche in questo caso si tratta di una minima parte delle reazioni suscitate dal dossier. Nei prossimi giorni, ne pubblicheremo altre.
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Il dossier è a disposizione di ricercatori ed esperti, di rappresentanti della scuola (associazioni professionali, genitoriali e studentesche, operatori scolastici) e della società (imprenditori, amministratori locali, volontariato, dirigenti pubblici etc), con l’intento di offrire uno stimolo alla riflessione e con l’impegno a diffondere con i mezzi a nostra disposizione i contributi – anche quelli critici, purché propositivi – che la nostra iniziativa intende sollecitare.
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Ne daremo conto, alimentando il dibattito, sul portale tuttoscuola.com, sulla newsletter settimanale TuttoscuolaFOCUS e sul mensile Tuttoscuola. Seguite www.tuttoscuola.com per scaricare il dossier o inviate una mail di richiesta indicando recapiti e professione a tuttoscuola@tuttoscuola.com.
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