Tuttoscuola: Non solo statale

Libertà di scelta/3. Tra costo standard, detraibilità e convenzioni

Il dibattito ha registrato altri interessanti contributi di analisi e riflessione sulla tematica del convegno. Anna Monia Alfieri ha rilanciato in questa sede, anche attraverso un video, la proposta di adottare per tutto il sistema pubblico, statale e paritario, un sistema di finanziamento fondato sul costo standard per studente. “Altrimenti”, ha sostenuto, “non ci sarà mai vera parità, né pluralismo, né libertà di scelta, perché la scuola paritaria continuerà ad essere solo la scuola dei ricchi”.

Più pessimista è apparso Rosario Drago, a cui giudizio i sistemi scolastici conservano il loro “imprinting iniziale”: quello della scuola italiana risale al modo con il quale si è realizzato lo Stato nazionale unitario, che ha adottato per la scuola un modello laico-statalistico di ispirazione francese in forte contrapposizione con la Chiesa cattolica. La Resistenza, secondo Drago, non ha modificato il radicale dualismo, che tuttora permane, tra la concezione laica e statalista che ispira la scuola statale e quella comunitaria e personalista di ispirazione cattolica. Unica via d’uscita una forte crescita della partecipazione e delle responsabilità dell’utenza alla gestione delle scuole, in modo da spezzare lo storico monopolio immobilistico della scuola statale.

La relazione di Antonino Petrolino, coautore di una apposita ricerca di Treellle sulla libertà di scelta, ha illustrato alcuni modelli di finanziamento dei sistemi educativi che, pur in contesti storici e istituzionali molto diversi, salvaguardano comunque tale libertà: negli USA 43 Stati su 51 finanziano le “Charter Schools”, che sono gestite da privati che si impegnano a conseguire predeterminati livelli di efficienza e di equità. Non molto diverse sono le “Academies” inglesi, promosse da Tony Blair nel 2000 per migliorare i risultati degli studenti in contesti difficili e degradati, ma ora estese dal conservatore Cameron a tutte le scuole che vogliono passare dalla gestione pubblica diretta a quella indiretta (finanziata dalla mano pubblica ma gestita con criteri privati, con l’apporto di sponsor). In Olanda ben il 71% delle scuole è affidato alla gestione dei privati. Perfino nella laica e statalista Francia il 17% delle scuole, gestite da privati, ottiene il finanziamento di tutti i costi, esclusi solo quelli per gli edifici. I contratti di associazione con lo Stato prevedono un insegnamento totalmente laico e aconfessionale. Le attività confessionali possono essere svolte fuori dell’orario scolastico, e a spese di chi le richiede.

 

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