Deleghe Buona Scuola: decreto inclusione in audizione tra le polemiche

Apprezziamo la volontà di intervenire su un argomento così complesso, ma esprimiamo forti perplessità sulla mancanza di partecipazione della famiglia, delle organizzazioni che si occupano di disabilità e degli stessi professionisti. La mancanza di partecipazione è molto grave“. Con queste parole Maria Teresa Bressi, di Cittadinanza Attiva, si è espressa durante l’audizione di ieri in Commissione Cultura alla Camera sull’attuazione della legge 107. All’ordine del giorno il decreto delegato relativo alle norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, quello che fino a questo momento ha sollevato più polemiche. Perplessità sul decreto anche da parte di Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) e Misos (Movimento insegnanti di sostegno specializzati ). Movimento 5 Stelle: “Si ignorano famiglie e associazioni dei disabili e si fa compiere alla scuola un pericoloso passo indietro“.

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Non affronta le problematiche delle famiglie con figli con patologie croniche e gravi e non interviene sui tempi di risposta alle famiglie stesse” ha quindi continuato Bressi entrando nel merito del decreto. A sostenere la stessa tesi è pure Fand: “Siamo rimasti delusi e perplessi“.

Troviamo del tutto incomprensibile” la norma che stabilisce un biennio formativo degli insegnanti specializzati sul sostegno. Stavolta a parlare è Ernesto Ciracì, presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati (Misos) in audizione in Commissione sull’attuazione delle riforma della scuola. Ciracì ha evidenziato criticità anche sulla norma che prevede che la possibilità di proporre, non prima dell’avvio delle lezioni, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico, un ulteriore contratto a tempo determinato per l’anno scolastico successivo.

Cosa fare quindi con il decreto delegato sull’inclusione? “L’unica soluzione sarebbe ritirarlo” affermano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Cultura e Affari sociali: “Il decreto – spiegano – non affronta i veri problemi della disabilità, ostacola la reale inclusione degli studenti disabili e mina il loro diritto all’istruzione, già oggi svilito dalla cronica mancanza di risorse e di insegnanti di sostegno. Tante le cose che non vanno: le classi con ragazzi portatori di disabilità potranno essere composte da più di 22 studenti, numero che a oggi non può essere superato; la valutazione diagnostico funzionale degli alunni disabili sarà affidata a commissioni composte solo da medici, estromettendo le famiglie e gli educatori, gli psicologi, i pedagogisti e gli assistenti sociali. Così facendo si stravolge in maniera sostanziale il concetto di sistema integrato socio sanitario e si rafforza un approccio alla disabilita’ solo medico, quando ormai da decenni si va nella direzione opposta. La richiesta delle ore di sostegno non sarà più avanzata dalla scuola, ma dal Gruppo di Inclusione Territoriale (GIT), composto per lo più da dirigenti scolastici che non possono conoscere il percorso educativo e il contesto sociale dell’alunno. L’obiettivo del decreto, più che una vera inclusione scolastica, sembra essere quello di risparmiare risorse e di ridurre ulteriormente le ore di sostegno. E’ un testo inaccettabile“.

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