Io presento, tu mi riprendi, noi ascoltiamo. E tutti analizziamo

A cura dei docenti Manuela Delfino e Alessandro Barbini, e della classe IIB (a.s. 2015/16)

Ecco in sintesi l’attività descritta dagli alunni della 2B della Scuola secondaria di I grado “Don Milani” di Genova:

“Durante l’estate ognuno di noi ha letto un libro che aveva a che fare con la storia medioevale; sapevamo che al rientro a settembre avremmo dovuto presentarlo alla classe. Alcuni di noi hanno letto “La bambina col falcone” (B. Pitzorno), altri “Dame, mercanti e cavalieri” (a cura di B. Pitzorno), altri ancora “Efrem, soldato di ventura” (M. Milani), o “La regina dei vichinghi” (J. French), o “Il Medioevo raccontato da Jacques Le Goff”, o ancora “L’avventura di un cavaliere medievale raccontata da Georges Duby”.

Per la presentazione avevamo a disposizione 7 minuti  e potevamo usare qualsiasi tipo di supporto, digitale e non (cartelloni, schemi, testi, immagini, foto, disegni, video, musica).

Durante la presentazione – a turno – ognuno di noi ha ripreso con la videocamera un compagno, mentre il resto della classe ascoltava.

Ogni video è stato poi condiviso con la persona ripresa tramite Google Drive (a scuola abbiamo le Google Apps for Education): in questo modo abbiamo potuto rivedere la nostra presentazione e analizzarla, seguendo una traccia data dalla nostra professoressa.

Era molto divertente mentre guardavamo i compagni esporre, ma quando eravamo noi lì, al loro posto, eravamo molto preoccupati.

Alcuni di noi hanno usato dei fogli, altri hanno usato il computer (con slide di PowerPoint o con l’applicazione Prezi), altri ancora hanno preferito non usare niente; ma tutti noi siamo andati dietro la cattedra e abbiamo parlato (di solito per meno di 7 minuti… non siamo riusciti a stare nei tempi previsti!).

Questa attività è stata utile per esporre un argomento in pubblico e per osservarci.”

Obiettivo dell’attività svoltasi nelle prime settimane di scuola, subito dopo il rientro dalle vacanze estive, era quello di esercitarsi sull’esposizione orale. Lo strumento scelto per strutturare il lavoro è stata una griglia dettagliata volta a far emergere spunti di riflessione a partire dall’osservazione di elementi puntuali: il modo di muoversi e gesticolare, la fluidità nell’esposizione, il tono della voce, la relazione tra la preparazione svolta a casa e la presentazione di fronte alla classe, gli effetti dell’uso del supporto scelto, la gestione dell’emozione, etc.

Uno degli elementi di forza dell’attività condotta è la sua plasticità: si adatta facilmente a più situazioni e con più discipline,  ed è facilmente condivisibile con i colleghi del Consiglio di classe. Rientra, infatti, in quei percorsi che i docenti possono attuare per far emergere riflessioni personali degli studenti di una classe posti in primis di fronte ai compagni e quindi di fronte a sé. La ripresa video, e la conseguente analisi, consentono a ciascuno di guardarsi, ascoltarsi e analizzarsi, di ricavare informazioni utili sul modo di porsi di fronte agli altri, sulle modalità di espressione dei contenuti da presentare e sulle strategie di miglioramento. La finalità è quella di andare oltre l’idea che una presentazione orale sia un momento evanescente, di performance di breve durata di fronte al gruppo; si cerca, invece, di fissarla in un video da analizzare anche alla luce dei processi attivati per la sua preparazione a casa. L’idea è proprio quella di lavorare sulla progettualità che sta alla base di una buona presentazione orale, vista come conseguenza di più fattori: lo studio, le prove, la scelta oculata degli strumenti, la conoscenza di sé e di ciò che rende migliore la propria esposizione (per es., tranquillizza, aiuta a memorizzare).

Le analisi svolte dagli studenti hanno evidenziato la potenzialità del lavoro svolto. Ecco alcuni spunti emersi dalla scrittura che ha seguito la visione del proprio video: 

–                       sulla preparazione a casa: “Quando mi preparavo per la presentazione ripetendo ad alta voce, dicevo tutto in modo chiaro e non balbettavo, mentre quando l’ho detta di fronte a tutta la classe mi sono inceppato un po’, soprattutto all’inizio, probabilmente perché ero davanti a tutti. I fogli che ho usato mi sono stati utili perché sono riuscito subito a riprendere il filo del discorso”;

–                       … e ancora: “Non mi sono preparato molto bene la presentazione, difatti si nota che leggo un po’ e ci sono delle cose che non mi ricordo molto bene”;

–                       sul supporto scelto: “Il supporto che ho usato era Google Maps ma non mi sono sentito molto bene ad usarlo, mi ha fatto un po’ distrarre.

–                       … o non scelto: “Per esporre alla classe la mia presentazione non ho usato un vero e proprio supporto, ma solo un foglio per aiutarmi a dire la mia presentazione, che grazie al foglio, sono riuscita a dire tutta.  D’ora in poi credo che userò un supporto PowerPoint per aiutare la classe a capire meglio e soprattutto capire meglio anche io”;

–                       sulla gestione delle proprie emozioni: “Durante la presentazione ero agitato, ma non lo davo troppo a vedere. L’agitazione mi faceva guardare la porta perché mi sembrava che una volta finito sarei potuto finalmente uscire”;

–                       … e ancora: “Per tutta la durata della presentazione avevo una strana sensazione, che non sentivo dalla prima elementare durante il mio primo spettacolo in pubblico. Nonostante questa sensazione sono andato avanti e per quei quattro miseri minuti che a me sembravano un eternità, ho raccontato il mio libro, con seduto sulla scrivania il foglio che avrebbe dovuto aiutarmi e guidarmi, ma non l’ha mai fatto. Così ho tirato avanti fino alla fine, spaventato dal rimanere per troppo tempo a presentare così sono finito per rimanerci per troppo poco”;

–                       e un infine un esempio di lucidità sui miglioramenti da apportare: “Dietro ogni cosa c’è una preparazione e dietro la mia presentazione c’è stato qualche giorno di “allenamento”, nel senso che ho studiato, poi ripetevo […] Rispetto alla prove che ho fatto a casa sono riuscita a dire tutto nel modo in cui volevo. Forse per migliorare la presentazione avrei potuto scrivere meglio il testo, evitando di saltare da un argomento all’altro senza un collegamento”.

Compatibilmente con i tempi che una simile attività richiede, ritorneremo ad analizzare i video in cui i ragazzi espongono il loro lavoro di fronte alla classe. Nel nostro caso, questo investimento di tempo e di energie è ricaduto sulle spalle di più docenti. Come spesso accade, infatti, la forza di alcune attività non è tanto nell’attività in sé, quanto nella disponibilità dei ragazzi e – soprattutto – del Consiglio di classe, di dialogare con le attività proposte dai colleghi, rendendole proprie e migliorandole. Nel nostro caso, questo lavoro, parte delle attività della docente di storia e geografia, è stato analizzato e raccontato nelle ore di italiano, arricchito e sviluppato nelle ore di scienze (con una griglia di analisi da far compilare alla classe mentre i compagni esponevano il loro progetto) e studiato dalla collega di educazione fisica per il laboratorio espressivo (dedicato nel I quadrimestre all’autobiografia). Insomma, c’è spunto per altre Notizie dal (banco di) fronte.