Tuttoscuola: Non solo statale

Ancora vivace, nel Regno Unito, il dibattito attorno alle “free schools”

La diffusione delle cosiddette “free schools” nel Regno Unito sta ancora suscitando accesi dibattiti fra gli addetti ai lavori. In particolare, si assiste ad un muro contro muro fra il governo, nella persona del  suo ministro dell’istruzione Michael Gove, e le rappresentanze sindacali degli insegnanti. Nonostante siano state autorizzate all’apertura, a partire dal prossimo anno scolastico, appena 16 di queste nuove scuole, il governo è intenzionato a portare avanti il suo progetto – ispirato sia all’analogo progetto svedese delle scuole indipendenti, che al Chart School System americano – per garantire più alti standard di qualità educativa e condizioni di studio e lavoro più favorevoli per alunni, famiglie e personale scolastico.

Le “free schools”, secondo il progetto conservatore, possono essere fondate da associazioni di genitori o di insegnanti, gruppi di volontari,  congregazioni religiose. Sono autorizzate al funzionamento direttamente dall’autorità centrale e non devono avere il permesso dall’autorità scolastica locale. Sono sovvenzionate con finanziamenti pubblici e i loro programmi, purché sottoposti al controllo del dipartimento per l’istruzione, possono discostarsi dal curriculum nazionale.

Una recente indagine condotta fra mille genitori avrebbe rivelato come solo un quarto di essi sarebbe favorevole alla loro istituzione, il 31% sarebbe contrario, al 43% gli indecisi. Il maggior sindacato degli insegnanti, il NUT, sta da tempo conducendo una campagna contro il progetto governativo, affermando che la maggiore libertà di cui godrebbero le “free schools” implicherebbe, oltre alla possibilità di significative oscillazioni negli stipendi dei docenti e nelle loro condizioni di lavoro, che in alcuni casi, si possa chiudere un occhio sui titoli posseduti dagli insegnanti chiamati a lavorarvi. Le associazioni con maggiore potere economico poi, sarebbero in grado di attrarre i migliori insegnati con adeguate offerte economiche, garantendo un più alto livello di strutture e attrezzature.

D’altro canto, il dipartimento per l’istruzione esprime delusione nel constatare la cieca opposizione che il NUT, già contrario alle “Academies”, scuole superiori con caratteristiche simili alle “free schools”, continua a manifestare.

Proprio il successo delle Academies, con un innalzamento degli standard di qualità educativa in molte aree deprivate, incoraggia il governo a perseguire il suo proposito per offrire, soprattutto alle famiglie con maggiori difficoltà, l’opportunità di creare un proprio punto di riferimento scolastico che possa garantire classi meno affollate, risposte adeguate ai bisogni formativi dell’utenza e una migliore istruzione.

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