Università: 32 regolamenti completati, 6 in arrivo

Come si può ascoltare in questo AUDIO pubblicato da Tuttoscuola, secondo il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini “il grosso del lavoro è stato completato” sull’iter di attuazione della riforma dell’università (legge 240/2010, in vigore dal 29 gennaio 2011).

In pratica,  ha detto Gelmini in occasione della conferenza stampa di Palazzo Chigi, “dei 38 provvedimenti previsti tra decreti legislativi, decreti ministeriali e regolamenti, 32 sono da me sono già stati firmati e a breve saranno emanati i restanti 6“. Si è trattato, ha sottolineato il ministro, di un “lavoro enorme che ministero, dirigenti, direzione universitaria hanno fatto per consentire nei tempi che ci eravamo dati, sei mesi dall’approvazione, l’attuazione della riforma universitaria, ovvero tutti i provvedimenti necessari per rendere concretamente operativa e del tutto in vigore la legge 240“.

I 6 provvedimenti che mancano riguardano i criteri e i parametri differenziati per quanto attiene la valutazione di titoli e pubblicazioni nelle procedure di abilitazione; i criteri e i parametri per l’istituzione dei corsi di dottorato; i criteri per l’individuazione con regolamento di ateneo degli standard qualitativi per la valutazione dei ricercatori; il provvedimento sul diritto allo studio; il tema dell’accreditamento e la valutazione ‘ex post’ delle politiche di reclutamento.

Nella conferenza stampa Gelmini ha toccato anche altri aspetti della problematica universitaria. Gli assegni di ricerca saranno più consistenti passando dall’importo minimo di 16 mila euro a 19.630.  Entro luglio sarà distribuito il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei con una quota premiale, attribuita in base a specifici criteri di qualità e merito, che sale al 13,5%, quasi il doppio rispetto al 2009 (7%).

Si valuterà” – ha detto il ministro – “la qualità della ricerca, la didattica, le strutture e si terrà conto di un criterio di perequazione per quanto riguarda il Sud, misurando anche gli sforzi che le università avranno compiuto per migliorare“. Negli ultimi tre anni, da quando cioè la distribuzione dei fondi alle università è legata alla valutazione, oltre la metà degli atenei italiani ha migliorato le performance nei parametri di qualità presi in considerazione.