Tuttoscuola: Non solo statale

Un ministero per istruzione e lavoro?

Perché non assegnare al MIUR anche la competenza sulla formazione professionale come sistema, lasciandone la gestione alle Regioni? Nei giorni scorsi non si è parlato solo dell’eventuale trasloco di Letizia Moratti al Ministero dell’Economia. Si è parlato anche di un ridisegno delle competenze degli attuali Ministeri, e non solo di quello dell’Economia.
L’ipotesi di scorporare la formazione professionale dalle competenze del Ministero del Welfare, come ora si chiama l’ex Ministero del Lavoro, per assegnarla al MIUR, è stata rilanciata dal supplemento Lavoro del “Corriere della Sera” della scorsa settimana. L’argomentazione è nota: si tratta di porre rimedio allo “scollamento tra Lavoro, Istruzione, Università, Ricerca”, assegnando ad un unico soggetto la definizione delle strategie tra transizione tra la formazione e il lavoro. Per questo il “Corsera” propone di aggregare in un unico superministero anche le Attività produttive.
Non si sa se la proposta troverà spazio tra le mille difficoltà di ricomporre il puzzle della compagine governativa. Certo, occorrerebbe un accordo quadro, politico e istituzionale, tra il MIUR e le Regioni, ma non dovrebbe essere impossibile, anche sulla base dell’attuale Costituzione (art. 117, che assegna allo Stato la definizione delle norme generali sull’istruzione e la determinazione dei livelli essenziali di prestazione) e di una attuazione della legge n. 53/2003 che garantisca davvero la “pari dignità” dei sistemi di istruzione e di formazione, ripensare in termini strategici e unitari tutto il circuito istruzione-formazione-lavoro.
All’estero non mancano esempi che vanno in questa direzione: in Gran Bretagna, per esempio, il ministro Charles Clarke è “segretario di Stato per l’educazione e le competenze professionali” (Education and Skills), ed è affiancato da sei sottosegretari, uno dei quali si occupa a tempo pieno della formazione professionale. Gli altri cinque si occupano rispettivamente di standard, di condizione giovanile, di formazione superiore (anche professionale) e permanente, di politiche dell’inclusione e del sistema scolastico.

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