Ulteriore differimento per la stabilizzazione dei precari?

Oltre al differimento dei tempi di stabilizzazione dei precari con anzianità di almeno tre anni di servizio, all’orizzonte incombe un altro rischio di prolungamento dell’attesa.

Il differimento dei tempi (previsti inizialmente al 1° settembre 2020) è stato determinato dalle modifiche introdotte in Senato dalla conversione del DL 22 sulla scuola. La nuova modalità di svolgimento della prova scritta comporterà un differimento della stabilizzazione (immissione in ruolo) probabilmente intorno al gennaio 2021.

Ma in cosa consiste il rischio di prolungamento di quel termine, già differito per ulteriori quattro mesi rispetto all’iniziale (improbabile) data del 1° settembre 2020?

In questi ultimi dieci anni la scuola ha assistito all’ingresso prorompente della ‘ricorsite’, l’impugnativa continua degli atti amministrativi relativi soprattutto alle graduatorie per le nomine dei supplenti e per l’accesso ai concorsi.

Non esprimiamo valutazioni di merito su questa originale modalità di difendere i diritti veri o presunti dei docenti. Prendiamo atto soltanto del fatto che in diverse occasioni i ricorsi hanno anche determinato, oltre a ordinanze cautelari di ammissioni con riserva, ostacoli e rinvii alla conclusione delle procedure.

Chi pensava che il coronavirus avrebbe fermato la ‘ricorsite’ dovrà ricredersi, perché il sindacato che più di altri ha fatto ricorso alle impugnative ha già lanciato la campagna di preadesione (100 euro di iscrizione) ad un ricorso che sarà presentato al TAR Lazio non appena la legge di conversione del DL  22 sarà approvata e dopo che il bando del concorso straordinario sarà pubblicato.

Il motivo? Non avere inserito tra i servizi utili come requisito anche quelli prestati in scuole paritarie. Poteva essere anche la quantità di tre anni richiesti, anziché due, ecc.

L’importante è impugnare e ottenere adesioni. Se ci sarà qualche ritardo in più, tra qualche mese sarà pronta la critica all’Amministrazione lumaca.