Tra poco il diploma. E dopo?

Quasi mezzo milione di studenti affronteranno tra meno di dieci giorni la prima prova scritta dell’esame di Stato. Rappresentano circa il 70% di quei ragazzi che cinque anni fa si erano iscritti al primo anno della secondaria superiore per questo percorso quinquennale verso il diploma.

Poco meno del 2% di questi ragazzi, secondo le statistiche, non ce la farà a diplomarsi, ma i 450-460 mila che centreranno l’obiettivo finale, dopo il diploma, cosa faranno?

L’Europa ha chiesto da anni a tutti i Paesi dell’Unione di sostenere il raggiungimento più elevato dei livelli di formazione dei suoi cittadini, ponendo come obiettivo finale per il 2020 il raggiungimento del 40% di giovani laureati della fascia di età compresa tra i 30 e i 34 anni.

Nella prima rilevazione del 2000 i laureati italiani di quella fascia di età erano poco più dell’11%; nelle rilevazioni del 2008 e 2009 la percentuale di laureati è risultata intorno al 19%, quasi a metà dell’obiettivo finale. Nello stesso tempo la media dei Paesi europei è risultata superiore al 32%, mentre una decina di Paesi dell’UE ha già raggiunto e superato l’obiettivo del 40%.

Dietro l’Italia ci sono soltanto la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Romania.

Sono dati che fotografano una situazione preoccupante dei nostri giovani rispetto ai coetanei europei, soprattutto in prospettiva occupazionale. Ma è il cosiddetto “sistema-paese” che rischia di rimanere in posizione arretrata nella competizione economica e nella sfida per lo sviluppo.

Si direbbe che la maggioranza dei giovani diplomati di casa nostra non pensi molto all’università e consideri il diploma come la conclusione del proprio percorso formativo.

L’università e la laurea sembrano essere valori sociali e culturali riservati ad una ridotta minoranza dei nostri giovani. Si sa che le condizioni economiche familiari non sono più ostacolo come succedeva decenni fa, ma sembra resistere, comunque, una mentalità indifferente all’obiettivo dell’alta formazione, che rappresenta anche una forma di riscatto sociale.

Molti, troppi, si accontentano del diploma. Ma oggi, per stare in Europa, questo non basta. Ne sono consapevoli i nostri futuri diplomati 2012?