TFA speciali: il MIDA contro gli 800 baroni universitari

Sono oltre 800 i docenti universitari che hanno sottoscritto l’appello  – primi firmatari Giunio Luzzatto e Andrea Ichino – che invita Parlamento e Governo a non attivare i TFA speciali senza sottoporre gli aspiranti a una seria verifica delle loro competenze, del tipo di quella che hanno affrontato con successo i loro colleghi che stanno attualmente frequentando i corsi del TFA ordinario.    

Il MIDA (Movimento Insegnanti da Abilitare), che sostiene la tesi opposta (l’ammissione senza filtro iniziale per chi ha i previsti requisiti di servizio), esprime in un comunicato la sua indignazione per la posizione assunta “da 800 docenti universitari in cui i baroni sottoscrittori si oppongono all’avvio dei TFA Speciali parlando di ‘merito’”. Il MIDA, esasperato per il ritardo con il quale si dà avvio ai TFA speciali, ricorda “a questi docenti “universitari” che gli insegnanti che si riconoscono nella nostra associazione sono DOCENTI LAUREATI il cui merito si è visto quando i loro colleghi UNIVERSITARI hanno riconosciuto loro il titolo di Dottore!” (virgolette e maiuscole sono nel testo).

E’ ora di finirla”, prosegue il comunicato, “di insultare LAUREATI che con dignità, passione e umiltà svolgono il mestiere di insegnante pur senza abilitazione”.

Segue una serie di pesanti critiche ai “baroni” per la scarsa trasparenza e il carattere non meritocratico dei concorsi universitari: “Per questo e per altri motivi, i sottoscrittori del documento, unitamente ai Rettori dei loro Atenei, dovrebbero avere la decenza di guardare la trave nei propri occhi invece che la pagliuzza in quelli degli altri”.

La rivendicazione del MIDA è sostanzialmente condivisa, con sfumature diverse, dai sindacati della scuola, che protestano a loro volta per il mancato avvio dei TFA speciali. Il fronte di chi li critica, politicamente trasversale, ritiene invece che i TFA speciali, anche per l’elevato numero degli interessati, non potrebbero garantire nè efficienza nè criteri meritocratici, e renderebbero inutili per anni i TFA ordinari, precludendo l’accesso alla scuola ai neolaureati.