Supplenze/2: i rimedi proposti

Il problema delle supplenze degli insegnanti non è nuovo. Da anni se ne cerca la soluzione efficace e, possibilmente, poco costosa.
Anni fa, ad esempio, si parlò di affidare le supplenze agli insegnanti di ruolo nella scuola, prevedendo per questo la costituzione di un organico funzionale che, oltre ad assicurare posti e cattedre strettamente necessari per l’insegnamento, consentiva di assicurare lo svolgimento di attività integrative e di progetti, nonché la sostituzione di docenti assenti.
Un’altra soluzione, più radicale, è nella proposta che vorrebbe affidare direttamente alle istituzioni scolastiche, in forza della loro autonomia, la responsabilità di assunzione diretta degli insegnanti.
Più concretamente, in questo dibattito, riaccesosi dopo l’inchiesta di Tuttoscuola, si fanno strada le prime proposte per tentare soluzioni immediate al problema delle supplenze.
Il segretario della Uil-scuola, Massimo Di Menna, propone di velocizzare i tempi di ricerca del supplente attivando “il sistema informatico del ministero (che esiste già e costa un sacco di soldi) attraverso il quale tutte le scuole possano procedere alle nomine avendo di volta in volta una situazione di ‘graduatoria reale’, depurata dai supplenti già in servizio. Pare davvero strano che il ministero non abbia ancora provveduto“. La procedura informatizzata – secondo Di Menna – consentirebbe alle segreterie di operare solo sui supplenti non impegnati, riducendo così i tempi di convocazione con benefici per le scuole, per i supplenti e per gli alunni.
La soluzione di Di Menna punta a razionalizzare le procedure, ma c’è anche chi vuole invece cambiare le regole, come fa l’Andis (Associazione nazionale dei dirigenti scolastici), che punta l’indice sull’elevato numero di scuole (30) nelle cui graduatorie il supplente può essere incluso e segnala il dispendio di tempo e di energie del personale di segreteria, l’incremento dei costi telefonici e delle spese per i telegrammi, l’infruttuosità della ricerca “poiché molti docenti rifiutano la supplenza senza avere l’obbligo di giustificare il diniego“. L’Andis propone quindi la riduzione drastica del numero delle graduatorie di istituto in cui il supplente può essere incluso, l’obbligo della domiciliazione nella provincia delle scuole prescelte, il vincolo dell’accettazione da parte dei supplenti, con conseguente divieto di accettare proposte pervenute successivamente.