Snals: ora la parola al Governo per i precari

Lo Snals-Confsal prende atto con soddisfazione in un comunicato che la questione del precariato del personale della scuola è stata affrontata dal Parlamento con correttezza nell’analisi del fenomeno e con concretezza nelle soluzioni prospettate.

E’ stata smentita dal Parlamento – ha dichiarato il segretario generale vicario dello Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi, – la falsa convinzione secondo cui il precariato scolastico comporta minore spesa pubblica ed è stato affermato, finalmente, che la stabilità del posto di lavoro determina una ricaduta positiva in termini di qualità del servizio didattico e scolastico generale“.

La proposta – conclude Nigi – di un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato sui posti vacanti e disponibili e secondo le esigenze delle scuole autonome deve trovare, ora, una risposta immediata da parte del Governo“.

A seguire si riporta la risoluzione approvata dalla VII Commissione della Camera il 26 luglio 2006:

La VII Commissione,

 

tenuto conto innanzitutto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di insegnanti precari svolte dalla Commissione cultura nella seduta del 15 giugno 2006;

premesso che:

il precariato nella scuola ha ormai raggiunto livelli insostenibili che, in assenza di radicali interventi correttivi, sarebbero destinati a crescere ulteriormente, con gravissimo danno sia per i diritti di decine di migliaia di precari, sia per la stessa funzionalità del sistema scolastico pubblico;

le dimensioni del fenomeno hanno conosciuto una crescita esponenziale nella passata legislatura a causa del blocco, totale o parziale del turn over e della politica di tagli indiscriminati agli organici del personale portata avanti dal precedente Governo;

il numero di immissioni in ruolo programmato dal precedente Governo è del tutto insufficiente a garantire le ordinarie esigenze di funzionamento delle istituzioni scolastiche ed è, ancora una volta, di gran lunga inferiore al numero di posti e cattedre resi liberi dai pensionamenti, sia per il prossimo anno scolastico, sia a maggior ragione per quelli successivi, nei quali è previsto l’avvio del pensionamento di una intera generazione di docenti;

nella passata legislatura è stata definita – per la prima volta con una legge invece che con un atto amministrativo – una tabella di valutazione dei titoli per la compilazione delle graduatorie permanenti, attualmente in vigore, dalle quali si attinge per il 50 per cento delle immissioni in ruolo e per il conferimento delle supplenze;

le modifiche introdotte rispetto alle norme fino allora vigenti, limitandosi a elencare quelli che hanno prodotto conseguenze più pesanti, hanno riguardato:

1) l’eliminazione del criterio dei nuovi inserimenti in uno scaglione successivo all’ultimo, sostituito da quello dell’inserimento «a pettine»;

2) il raddoppio del punteggio per i servizio prestato nelle scuole «di montagna», degli istituti penitenziari e delle piccole isole;

3) l’equiparazione del servizio prestato nelle scuole paritarie private a quello delle scuole statali, in modo retroattivo, sia ai fini del punteggio, sia a fine del possesso dei requisiti di servizio, con la conseguente abolizione della quarta fascia (accorpata con la terza);

4) la valutazione di master e corsi di perfezionamento, cumulabili fino a raggiungere ben 30 punti, dando il via a un mercato di titoli non sempre qualificanti ma con un peso economico notevole per i precari, costretti a conseguirli per non essere scavalcati da altri colleghi;

il risultato di tali interventi è stato un radicale sconvolgimento delle graduatorie che ha reso incerte le aspettative e i diritti di decine e decine di migliaia di docenti precari che per anni, in condizioni di minori tutele salariali e contrattuali, avevano consentito al sistema scolastico di far fronte alle proprie necessità;

 

considerato inoltre che:

il ricorso massiccio al lavoro precario nella scuola, sia per i docenti che per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), risponde ad una logica di risparmio che, alla luce di un’attenta analisi dei valori economici in gioco, in ragione del costo nettamente inferiore del personale neo immesso in ruolo che prenderebbe il posto del personale che va in pensione e dopo aver raggiunto i livelli più alti della scala retributiva, si dimostra falsa ed illusoria nei suoi presupposti;

occorre invertire questa tendenza puntando decisamente al superamento del precariato e alla stabilità degli organici quale premessa per lo sviluppo qualitativo del sistema scolastico pubblico, partendo dal principio che le assunzioni fatte sulla base delle attuali graduatorie permanenti sono viziate da profonde ingiustizie e da sostanziali illegittimità e che ciò non può essere riprodotto;

occorre altresì, in previsione delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, dare una risposta chiara e concreta al vasto e complesso mondo dei precari sugli indirizzi che il Governo intende seguire per risolvere i problemi evidenziati in premessa,

 

impegna il Governo:

a) ad incrementare significativamente e progressivamente il numero di immissioni in ruolo previsto, tenendo conto dei massicci pensionamenti già in atto;

b) a predisporre un piano straordinario di assunzioni in considerazione dei posti vacanti, e disponibili nell’arco di un triennio, intervenendo anche sui criteri di definizione degli organici in relazione alle reali esigenze di funzionamento delle scuole;

c) ad adottare le necessarie iniziative idonee per il prossimo anno scolastico, e in ossequio ai tempi tecnici necessari a predisporre una soluzione legislativa, a valere dalle graduatorie dell’anno scolastico 2007-2008, affinché sia abrogata la lettera h), con particolare riferimento al raddoppio del punteggio di montagna, del punto B.3 della tabella di valutazione dei titoli, allegata alla legge 143/04, nonché sia eliminata la possibilità di valutare master, corsi di perfezionamento e di specializzazione o, almeno, nei limiti fortemente il numero;

d) a predisporre, in particolare con la massima urgenza, un provvedimento che delegifichi la suddetta tabella di valutazione e ne riconduca la definizione ad un atto amministrativo in modo tale che, fermo quanto indicato al punto C, siano fissati i riferimenti generali, assumendo il principio che deve essere fortemente valorizzato il servizio prestato sullo specifico insegnamento per il quale si concorre.

 

(7-00017) «De Simone, Sasso, Rusconi, Poletti, Costantini, Li Causi, Ghizzoni, Benzoni, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Martella, Tranfaglia, De Biasi».

 

 

Interrogazioni e risoluzioni/RISOLUZIONE DE SIMONE N. 17 NUOVO TESTO