Sissini e precari: no al decreto legge

Se ne era parlato nelle scorse settimane, perfino negli ultimi giorni, ma poi si è deciso di non farne nulla. L’ipotesi di sciogliere con un decreto legge la sempre più ingarbugliata matassa nella quale sono finite le graduatorie degli abilitati, dopo i ripetuti e contrastanti interventi della magistratura amministrativa e dello stesso Ministero, è stata alla fine respinta dalla stessa maggioranza di Governo.

La ragione è semplice: sui contenuti del decreto legge non si è registrato l’accordo di tutte le forze politiche, divise anche al proprio interno, e comunque non c’era alcuna garanzia che il provvedimento sarebbe poi stato convertito in legge senza modifiche più o meno rilevanti, sulle quali anche l’opposizione avrebbe potuto giocare le sue carte, infilandosi nelle crepe della sfilacciata maggioranza.

Il Ministero ha così deciso di dare attuazione all’ultima sentenza del TAR del Lazio, quella che ha cancellato i 18 punti aggiuntivi che erano stati accordati ai “precari” per bilanciare i 30 punti di cui beneficiavano i “sissini” (ma che aggiunti ai 24 punti delle supplenze consentivano loro di scavalcare i loro competitori di 12 punti). Un atto dovuto, dicono al Ministero. Ma in questo modo il Governo finisce per non dare soddisfazione all’ordine del giorno pro precari che era stato approvato da una larga maggioranza nel contesto dell’approvazione della riforma Moratti, e che era stato accolto dal ministro. Non mancheranno strascichi e polemiche, questo è sicuro.

Il non rispetto del contenuto dell’ordine del giorno mette d’altra parte in evidenza che questi ultimi non hanno valore giuridico, non vincolano l’amministrazione né il giudice e debbono essere necessariamente disattesi quando non sono conformi al contenuto di una disposizione legislativa.
Questo precedente potrebbe guidare l’amministrazione quando sarà chiamata a dare corpo e sostanza alle decine di emendamenti, spesso in contraddizione tra loro, che hanno accompagnato l’approvazione della legge n.53/2003.

Infine, c’è da sperare che si rivelino infondate le voci relative alle difficoltà che incontrerebbero le direzioni regionali per effettuare le operazioni di ulteriore aggiustamento delle graduatorie: al Ministero assicurano che basterà un “click” per avere i nuovi elenchi. Basterà tagliare la colonna dei 18 punti: prodigi dell’informatica. Non resta che aspettare per verificare se sarà veramente una passeggiata.