Si prospetta un altro anno senza nomine in ruolo

Entro il 31 luglio di ogni anno si provvede alle nomine in ruolo del personale scolastico.
Lo prevede, come è noto, la legge 333/2001 con la quale esordì due anni fa il ministro Moratti quando dispose le nuove regole per il regolare avvio dell’anno scolastico.
Proprio grazie a quelle regole definite all’insegna dell’efficienza sono quasi scomparsi i ritardi patologici di nomina degli insegnanti che per decenni avevano angustiato famiglie e scuole.
Ma se la tempestività di nomina è garantita da quella legge, la stabilità del personale, dopo il felice esordio del primo anno (62 mila immissioni in ruolo), è rimasta critica, perché invece delle nomine in ruolo si procede a supplenze annue degli insegnanti.
È successo l’anno scorso (tutte nomine a tempo determinato); potrebbe succedere anche quest’anno.
Il ministro Moratti aveva richiesto, già alcuni mesi fa, l’autorizzazione ad assumere almeno 22 mila docenti per il nuovo anno scolastico, ma non si sa ancora se il ministro Tremonti sia intenzionato a dare l’ok o a confermare il “niet” dello scorso anno.
Forse non vi sarà alcuna risposta prima della definizione del Documento di programmazione economica e finanziaria, atteso per la metà di luglio. Ma potrebbe essere tardi.
Il termine perentorio del 31 luglio per le nomine in ruolo dei docenti infatti non ammette deroghe, perché anche un solo giorno di ritardo nelle nomine, fa slittare di un anno la decorrenza di immissione in ruolo.